Rifiuti, stop agli ingombranti in strada

Riparte la raccolta porta a porta. Il ruolo di Acea nell'indifferenziato

Stop ai rifiuti ingombranti lasciati per giorni in strada, mentre si studiano le prime mosse per risolvere il problema dello smaltimento dei rifiuti indifferenziati nel lungo termine. Ieri il Comune ha annunciato come a partire dal prossimo 1 dicembre i netturbini di Ama potranno bussare direttamente alla porta dei romani, per accollarsi i rifiuti cosiddetti ingombranti: frigo, lavatrici, divani o tavoli. I quali spesso vengono lasciati in bella vista su strade e marciapiedi, accanto ai cassonetti, in attesa di essere caricati su qualche camion, regalando un colpo d’occhio non certo degno di una Capitale. Verrà così creata una sorta di corsia preferenziale per questo tipo di rifiuti, destinandoli a una raccolta a parte e più veloce, decongestionando così l’intero ciclo di raccolta, reso lento e poco efficiente dal problema dell’indifferenziato, che rappresenta ancora il grosso dei rifiuti prodotti dai romani.

 

L’iniziativa è stata presentata dal sindaco Virginia Raggi, insieme all’assessore all’Ambiente Paola Muraro, al neoamministratore unico di Ama Antonella Giglio e al dg Stefano Bina. Se il rifiuto verrà raccolto dinnanzi alla propria abitazione, per strada, non occorrerà versare nulla. Se invece l’operazione di raccolta avverrà direttamente sul pianerottolo di casa, bisognerà pagare dai 18 ai 43 euro, a seconda della grandezza, mentre i commercianti che aderiranno alla raccolta a domicilio potranno usufruire di una tariffa agevolata.

 

Con il ripristino del servizio a domicilio, cui seguirà la realizzazione di dieci nuove isole ecologiche, il Campidoglio punta a centrare una differenziata al 70% (oggi ferma a poco oltre il 40%), tentando di arginare la situazione venutasi a creare sull’indifferenziato. E’ lì infatti che Raggi e Muraro dovranno giocare la partita più difficile. Ad oggi Roma non possiede infatti né inceneritori, né tantomeno discariche (Malagrotta è sotto sequestro), ma solo Tmb, che producono altri rifiuti. Per questo il Comune è costretto a spedire tutto in altre regioni o all’estero, con enormi aggravi per le casse pubbliche.

 

“Entro metà dicembre verrà attivato il trasporto all’estero dei rifiuti indifferenziati, che andranno prima in Austria e poi in Germania. Questo innanzitutto per scaricare l’impianto Tmb Salario, che verrà riconvertito: non ci saranno più lavorazioni e verrà smantellato il biofiltro. Noi puntiamo alla selezione”, ha annunciato Muraro nel corso dell’incontro, ammettendo la difficoltà dell’amministrazione nel trattamento dell’indifferenziato. E rimarcando ancora una volta la profonda distanza di vedute con il governo, tra i maggiori sponsor degli inceneritori. “L’esecutivo ha deciso di puntare sugli inceneritori, noi no. Puntiamo sulla differenziata”.

 

Nella logica del Comune dunque, Ama dovrà giocoforza dotarsi di propri impianti entro 4 o 5 anni “per chiudere finalmente il ciclo dei rifiuti”, ha ribadito la Raggi. E qui potrebbe entrare in gioco Acea, da sempre interessata al comparto della spazzatura. Ma il primo cittadino ha messo subito in chiaro le cose. Una sinergia con Acea è plausibile, ma Ama dovrà comunque risultare autosufficiente. “Non c’è dubbio che in un primo momento sia fondamentale, resta però fermo l’obiettivo che Ama deve chiudere il ciclo dotandosi di una serie di impianti”.
Sullo sfondo rimane tuttavia il riassetto definitivo della governance di Ama. Per una casella che si riempie, quella di amministratore unico, con la nomina di Giglio, ce ne è un’altra che se si apre. A fine anno scadrà il mandato dell’attuale dg Bina. Come anticipato da Radiocolonna.it, Giglio ha confermato l’arrivo a giorni del bando per individuare il successore di Bina, il quale però ha annunciato la sua candidatura. (G.Z.)

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