Per tutta la settimana il cinema ricorda la Giornata della Memoria. C’è Il Viaggio di Fanny, storia di una coraggiosa 13enne che salvò lei e un gruppo di bambini scampati al Nazismo, Nebbia in Agosto, storia di un suo coetaneo ucciso dalla distruzione di massa della T4, Il Maestro che va alla ricerca della musica composta nei campi di concentramento e infine, Austerlitz, un documentario dedicato alla visita di un campo di concentramento non lontano da Berlino.
Il Viaggio di Fanny, in sala il 26 e il 27 gennaio, con Lucky Red racconta la straordinaria storia di Fanny Ben-Ami, la 13enne che guidò un gruppo di coetanei dalla Francia del Sud, occupata dalla Repubblica fascista del maresciallo Pétain e dai nazisti, fino al confine con la Svizzera. Fanny guida un gruppo di coetanei, che sono scampati dall’orrore della guerra perché protetti in alcune colonie, in questo viaggio ricco di pericoli. Fanny Ben-Ami ha oggi 86 anni e ha incontrato la regista Lola Doillon prima di mettersi a dirigere il film, premiato all’ultima edizione del festival di Giffoni, la kermesse cinematografica dedicata ai giovanissimi. La regista ha realizzato questo film per i più giovani: “Molti di loro ancora non conoscono o, secondo la loro età, sanno poco di questo periodo della Storia, e intanto gli ultimi testimoni stanno invecchiando e spariscono un po’ alla volta“. È stato questo a spingere Fanny Ben-Ami a cedere i diritti del proprio libro autobiografico: “Desidero che il mio messaggio venga compreso, affinché alcune cose non si ripetano. Viviamo in un’epoca molto fragile, da ogni parte si levano voci che ricordano moltissimo quelle che si sentivano allora. Questo è molto pericoloso, anche per coloro che non sono ebrei. Perché dopo gli ebrei, andranno in cerca di altri bersagli. Ci riguarda tutti“. Fanny Ben-Ami, protagonista della storia, è viva e vive in Israele. Il film, distribuito da Lucky Red, è in sala da ieri e rimarrà fino a oggi.
Ecco i cinema di Roma dove vederlo: Adriano, Barberini, Cineland, Intrastevere, Jolly, Multisala Lux, Royal, Starplex.
Anche il protagonista di Nebbia in Agosto è un 13enne, in sala già da febbraio, il film racconta la vera storia dello jenisch Ernst Lossa, una delle vittime dell’Aktion T4, l’omicidio di massa, tramite eutanasia, di tutti coloro i quali non potevano partecipare alla vita attiva della società nazista: chi era affetto da malattie genetiche, molte di queste vittime erano bambini, come racconta il film di Kai Wessel. Ernst Lossa morì a soli 14 anni vittima della seconda ondata dell’eutanasia programmata nazista. Nebbia in Agosto, ispirato al romanzo di Robert Domes che racconta la storia di Ernst. Interpretato magistralmente dal giovane Ivo Pietzcker, Ernst Possa fu ucciso dal regime nazista perché non era adatto a vivere, con lui almeno altri 70mila bambini. Presentato a Roma qualche settimana fa, il film è la scelta di Good Films per la Giornata della Memoria anche se è uscito il 19 gennaio. È attualmente in programmazione a Madison.
Austerlitz, presentato all’ultimo Festival di Venezia, è un documentario del regista Sergei Loznitsa dedicato al campo di concentramento Sachsenhausen, a meno di un’ora da Berlino. Il documentario, uscito il 25 gennaio con Lab80, segue i visitatori in una calda estate berlinese. C’è chi si sofferma a vedere le celle, qui fu rinchiuso George Esler, che organizzò un tentativo fallito di attentato contro Adolf Hitler, chi non esita a scattarsi un selfie con la classica “duck face” davanti al cancello che riporta come tradizione la scritto Arbeit Macht Frei (Il lavoro rende liberi) all’entrata di moltissimi campi di concentramento tedeschi.
A Sachsenhausen, dove morirono 30mila persone, i visitatori ripercorrono lo stesso tragitto dei deportati, ma – come si nota dal documentario di Loznitsa – sono in molti a capire l’importanza di una visita del genere. Austerlitz non è al momento in programma a Roma.
https://vimeo.com/191467460
Il Maestro è un documentario di Istituto Luce dedicato a Francesco Lotoro, un direttore d’orchestra che da oltre vent’anni si è dedicato a rintracciare e poi eseguire le partiture musicali composte nei campi di concentramento. Nel documentario di Alexandre Valente, Francesco viaggia da Parigi a Praga, passando per la Lituania. Fra le storie raccontate quella del compositore ceco Rudolf Karel, morto nel campo di Terezín, che utilizzo il carbone, datogli per combattere dei problemi digestivi, e dei fogli di carta igienica per comporre la sua musica, mentre era lì deportato. In quel campo di concentramento morì quasi integralmente una delle migliori generazioni di compositori cechi. Una parte del documentario è dedicata anche alla musica Rom composta nei campi di sterminio. Furono quasi 500mila i Rom e i Sinti a morire nei campi di concentramento.