Onu: Bene assistenza, ma è allarme traffico migranti

Lo denuncia la relatrice speciale dell’Onu sulla tratta dei migranti, Maria Grazia Giammarinaro in una intervista su La Stampa. Di Maio (M5S), da Raggi grido allarme a Ue

Scuote il mondo politico, e non solo, la lettera inviata dal sindaco di Roma, Virginia Raggi, al Prefetto con la quale si chiede una nuova moratoria che regoli i flussi di migranti. “Il grido di allarme che lancia Virginia Raggi è un grido che lanciamo a tutta l’Europa”, ha rilanciato oggi Luigi Di Maio, deputato M5S e vicepresidente della Camera, parlando con i giornalisti al termine dell’incontro con i 27 ambasciatori Ue.

Una emergenza, quella dei migranti, che, di fatto, implica tante altre facce di una medaglia che troppo spesso non presenta lati positivi. Basti pensare al problema collegato che è quello del traffico dei migranti.

La denuncia arriva direttamente dalla relatrice speciale dell’Onu sulla tratta dei migranti, Maria Grazia Giammarinaro intervistata da La Stampa. “L’Italia ha buone leggi in tema di tutela e assistenza degli immigrati ma occorre fare di più – afferma Giammarinaro – Le persone possono diventare vittime di trafficking anche se all’origine hanno accettato di emigrare in modo irregolare, pagando somme anche ingenti. Gli abusi commessi dai ‘facilitatori’ sono infiniti. Il migrante scopre a metà del viaggio che la somma pagata serve solo a finanziare la prima parte del tragitto. E allora la persona viene ‘venduta’ a un altro ‘passeur’ e poi ancora a un altro. E se avranno la ventura di restare vive, queste persone, tra cui molte ragazzine minorenni, troveranno altri trafficanti-sfruttatori ad aspettarle in Italia, per “piazzarle” di volta in volta sulla strada, o in un campagna a raccogliere pomodoro, o in una casa, in una condizione di servitù domestica”.

Per quanto riguarda lo sfruttamento lavorativo il trafficking “è stato riscontrato non solo in Italia ma anche in altri Paesi – spiega il rappresentante dell’Onu – e per quanto riguarda l’agricoltura pure nel Nord Europa, nel lavoro durissimo della raccolta dei frutti di bosco in luoghi isolati, esposti al freddo e alle intemperie. Lo sfruttamento avviene anche in altri settori, nelle barche da pesca nel Sud-est asiatico, nella forestazione, nell’edilizia, quando ingenti masse di migranti vengono portati da zone povere in paesi dove si realizzano grandi opere, senza salario e possibilità di comuni- care con le famiglie. E c’è il grande settore dell’industria del turismo: casi di cuochi messi a lavorare nei ristoranti in condizioni di semi-schiavitù sono stati riscontrati in Gran Bretagna e in Irlanda”.

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