La protesta degli autoferrotranvieri invade il centro della Capitale, tra lo sconcerto dei tanti turisti, che si sono ritrovati anche in mezzo al lancio di petardi.
Circa un centinaio di dipendenti Atac, muniti di fischietto, sono in presidio a piazza Madonna di Loreto per protestare “contro le sigle, Cgil, Cisl, Uil, Faisa Cisal e Ugl che hanno sottoscritto un accordo con il ministro dei Trasporti Graziano Delrio, accordo che attraverso due emendamenti, nella manovrina, ha abrogato la 148, un regio decreto che è fondamentale per tutti gli autoferrotranvieri. Parliamo di circa 120mila lavoratori in tutta Italia a cui viene tolta la salvaguardia delle clausole sociali, lasciando un vuoto che prepara il piatto ai privati e nessuna tutela ai lavoratori del comparto” ha spiegato Claudio De Francesco, della Faisa Confal.
“L’abrogazione, tramite emendamento del regio decreto, crea vuoto normativo. La 148 è ciò che ancora garantiva, oltre alla clausola sociale, ovvero la salvaguardia occupazionale quando il servizio viene messo a gara, anche diritti quali l’aspettiva, il trasferimento, la promozione o l’avanzamento di carriera. Garanzie anche a tutela dell’utenza e del servizio” ha sottolineato Renzo Coppini della Sul comparto trasporti.
Intanto l’adesione allo sciopero è stata altissima. Da piazza Venezia dopo le 8.30, “è partito un solo autobus” spiega un dipendente del capolinea di piazza Venezia.
“Abbiamo aderito a questo sciopero per dare un segnale forte perchè quando i servizi vengono messi a gara senza la 148, si lascia un vuoto senza tutele”, ha aggiunto De Francesco mentre Coppini ha chiarito “contestiamo il fatto che non ci sia stata una discussione con le parti sociali e nemmeno in parlamento, poiché è stata posta la questione di fiducia. Chiediamo che venga inserito nuovamente la 148 tramite decreto successivo perchè la messa a gara dei servizi, oltre a creare un rischio di perdita di posti di lavoro potrebbe comportare anche importanti tagli di stipendi perchè, nel vuoto normativo, con questa legge si apre la possibilità di spezzettare le gare a lotti”.
I lavoratori sono in presidio al momento, su piazza Madonna di Loreto transennata e presidiata dalle forze di Polizia e stanno valutando la possibilità di muoversi in corteo, probabilmente verso Montecitorio.