Festa del Cinema: il giorno dei Taviani, Sally Potter e Xavier Dolan

Presentato alla rassegna romana Una questione privata, l’incontro con l’enfant prodige franco-canadese e la meraviglia The Party

Valentina Bellè in una scena del film

Seconda giornata alla Festa del Cinema di Roma (qui le foto del red carpet), oggi è stato presentato l’ultimo film dei fratelli Taviani, Una questione privata, tratto dall’omonimo romanzo di Beppe Fenoglio. Il 27 ottobre è anche il giorno dell’attesissimo incontro (rigorosamente sold out) con Xavier Dolan ed è stato presentato The Party, piccola meraviglia in bianco e nero diretta da Sally Potter.

Accoglienza fredda per Una questione privata, presente solo Paolo Taviani che ha parlato del rapporto particolare che lo lega al libro di Beppe Fenoglio “difficilissimo da trasportare sul grande schermo”. Insieme a lui anche il cast: Luca Martinelli, Lorenzo Richelmy e Valentina Bellè.

Alla base della storia c’è la Resistenza e un triangolo amoroso che si crea fra una donna, il compagno e il suo migliore amico, un tema trito e ritrito in moltissimi altri lungometraggi “alcuni belli e altri orrendi”. Per Paolo Taviani c’è però ancora la necessità di parlare di fascismo:

“I fascisti stanno tornando, sono stati affissi dei manifesti della Repubblica Sociale Italiana in alcune città” e poi c’è il caso degli adesivi di Anna Frank affissi da alcuni tifosi laziali, episodi del genere per il grande regista “non sono tollerabili” ed è un “problema della scuola, i ragazzi devono sentire che il passato è vicino a loro”.

Per uno dei tre protagonisti, Richelmy, c’è “un’ignoranza tremenda”. Marinelli afferma che ne avrebbe fatta parte anche “se fosse stato un film sul fascismo”.

Bellissimo The Party, il film in bianco e nero che sembra un’opera teatrale di Sally Potter, presentato già all’ultimo Festival di Berlino. Il film è girato interamente in bianco e nero:

“È più colorato e mi consente di aggiungere l’immaginazione ai sentimenti. Il bianco e nero è molto bello, appartiene alle radici del cinema classico e dà vita all’illusione e alla disillusione”.

Al centro del film le vicende personali di un prossimo ministro della Salute del governo ombra inglese, una meravigliosa Kristin Scott Thomas, che scoprirà una serie di segreti tenuti nascosti dall’amato marito Sam:

“La politica è ovunque non è solo in parlamento, è ovunque, riguarda la vita dei nostri amici”.

La regista è intervenuto anche sul caso Wenstein, specificando “che non riguarda solo il mondo del cinema, ma tutte le situazioni in cui manca l’equilibrio fra uomo e donna”.

The Party regge magistralmente le fila della commedia ed è tutto merito della scrittura opera sempre di Sally Potter, “ma il merito è anche di quello che hanno aggiunto agli attori, lavorare con questi attori”.

Al centro del film la verità: “È fondamentale e acquisisce un altro senso se collegata alla natura politica di The Party”.

Xavier Dolan, con i capelli biondo platino che gridano anni ’90 o perché ha perso qualche scommessa, è stato protagonista dell’incontro ravvicinato con Antonio Monda.

All’incontro sono state presentate le clip di alcuni dei film più belli dell’enfant prodige del cinema. Xavier Dolan ha raccontato come si è avvicinato al mondo del cinema:

J’ai tué ma mère è il primo film che abbia mai fatto, non sono mai andato a scuola di cinema, mai girato un cortometraggio, avevo solo il diploma al liceo. Avevo bisogno di iniziare e volevo fare l’attore ma ero disoccupato. A questo punto mi sono detto mi potrei ingaggiare per lavorare in questa sceneggiatura che racconta la mia vita. Non ci sarà gara e potrò incominciare a lavorare”.

E di strada ne ha fatta l’enfant terrible del cinema internazionale, dai primi film all’ultimo bellissimo È solo la fine del mondo, tutti i suoi personaggi sono alla ricerca della felicità:

“Il fatto è che ci son così tanti film su persone che non hanno speranza, fortuna e che non per forza combattono per cambiare le cose. Oppure lottano ma hanno tutto contro, sono film popolari che io chiamo il porno dei poveri perché amano parlare di gente emarginata, reietta ma questi gli non gli danno una chance. Io, invece, amo i combattenti le persone che hanno ne loro cuore una speranza, che lottano per cercare di essere quello che sei”.

Il regista ha ampliato la sua risposta: “Alcuni continuano a combattere e credere nei propri sogni, i miei personaggi non hanno bisogno di niente per comabttere, questo desiderio di combattere se lo portano dentro, non sempre vincono ma non smettono mai di combattere”.

Il film che gli ha cambiato la vita? È Titanic:

“Guardo i film con il cuore non con il dizionario e quando avevo otto anni ho visto Titanic e mi ha detto vola, pensa sempre in grande i desideri e i sogni ti portano a questo”.

 

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