Potrebbe essere costretta a difendersi dall’accusa di falso in piena campagna elettorale la sindaca di Roma, Virginia Raggi. L’udienza nella quale si deciderà il rinvio a giudizio della sindaca è stata infatti fissata al 9 gennaio prossimo davanti al gup Giuseppe Gentile. La data è stata notificata agli avvocati venerdì.
La procura di Roma accusa la Raggi di falso: secondo l’accusa mentì all’Anticorruzione del Comune sulla nomina di Renato Marra. Da graduato dei vigili urbani fu promosso (nomina revocata successivamente) a capo del dipartimento Turismo del Campidoglio, con un incremento di stipendio pari a 20 mila euro. La sindaca affermò all’Anticorruzione che il ruolo di Raffaele era stato «di mera pedissequa esecuzione».
Le indagini svolte dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal pm Francesco Dall’Olio raccontano un’altra verità. Nei messaggi del 14 novembre scorso Raffaele – a proposito dell’aumento dello stipendio del fratello – scrive alla sindaca: «Se lo avessi fatto vicecomandante i soldi erano gli stessi». La Raggi replica: «Infatti abbiamo detto vice no. Doveva restare dov’era con Adriano (Meloni, assessore al Turismo)». E lui controbatte: «Infatti con Adriano il posto era quello di cui abbiamo sempre parlato».
I legali di Virginia Raggi, gli avvocati Emiliano Fasulo e Alessandro Mancori, sono decisi a procedere con il rito ordinario. La sindaca Raggi dunque, convinta della sua innocenza, non opterà né per un patteggiamento né per il rito abbreviato.