L’altra sera Crozza ha dedicato questo siparietto all’andazzo politico italiano.
Il sudore che gronda dalle fronti dei parlamentari sta ammorbando l’aria. Quindi per farci respirare un po’ clima puro i suddetti dal 18 aprile al 7 maggio danno forfait e vanno in ferie. Quasi meglio del deprecato pontone delle scuole! Immaginiamo Fico che vaga fra aule e salotti, completamente deserti, alla ricerca di qualcuno con cui parlare di possibili accordi per formare un qualsivoglia governicchio. Ma solo l’eco gli risponde e il vuoto lo circonda.
Intanto arrivano i primi emolumenti (circa 13.000 euro) che ci sembrano assolutamente in linea con gli stipendi medi nazionali. Nazione, la nostra, che dopo un mese e mezzo dal voto è ancora senza “guida”(???) e che si affida a piccoli esploratori e giovani marmotte per sondare i vari inciuci.
Quell’ormai lontano 4 marzo suona come una presa in giro e immaginiamo la delusione di quella grande fetta di onesti cittadini che, in massa, si è recata alle urne. Milioni di crocette per rinnovare il Paese, per decretarne il definitivo cambio di passo. Quando però il popolo viene preso per le terga e il vecchio malandare si sostituisce ancora con il solito vecchio malandare bè, è ovvio, che il disamore si faccia tangibile, lo scontento pure e che “la trippa per i gatti” si esaurisca molto in fretta.