C’è il malato immaginario di Molière e l’opposizione immaginaria del PD in Campidoglio.
I dem hanno dato l’ultimatum al suo candidato sindaco di Roma Roberto Giachetti: o la Camera, o l’Aula Giulio Cesare. Amareggiato, con uno sfogo da soap opera il deputato-consigliere ha annunciato – finora a parole – che sceglie Roma. Troppo importante è stato il lavoro condotto in questi anni dal suo gruppo contro il MS5. I cittadini l’hanno notato e apprezzato a tal punto che si sono dimenticati che a Roma il PD esiste ancora.
Troppo assorto nei suoi scioperi della fame compulsivi, forse Giachetti s’è scordato di avere due poltrone o non pensa sia un problema. In fondo l’opposizione immaginaria gli riesce bene, perché smettere?