Arriva al bar il caffè espresso doc

Nelle linee guida del primo patto tra esercizi pubblici e torrefazioni: miscele certificate e Coffe day per insegnare a riconoscere una buona tazzina

il caffè

Il caffè espresso rappresenta per per il 95% degli italiani un’abitudine consolidata, con una spesa media annua pro-capite pari a 260 euro secondo il Coffee Monitor Nomisma-Datalytics 2018, e con i bar prescelti dai due terzi (72%) degli amanti della ”tazzurella” come luogo e occasione di consumo.

Nonostante tanta tradizione consolidata non sempre però risulta appagante la degustazione della bevanda scelta nel 58% dei casi per avere la carica necessaria ad affrontare la giornata, o per gusto (51%) e per abitudine (30%). E non sempre i conti tornano nei 149mila bar sparsi lungo tutta la Penisola che servono ogni giorno in media 175 tazzine di caffè.

Ma il settore punta a girare pagina con la firma del primo patto di filiera sottoscritto dalle torrefazioni e dai pubblici esercizi per garantire, insieme, un caffè espresso doc al bancone.

Punto di forza: una miscela di qualità certificata e l’aggiunta della M di marketing alle tradizionali cinque M che garantiscono un caffè di qualità (Macchina, Manutenzione, Miscela, Macinadosatore, Mano dell’operatore).

Il primo patto di filiera sottoscritto da Federgrossisti e Fipe-Confcommercio, illustrato ieri presso il Centro Servizi per i Prodotti Tipici & Tradizionali della Camera di Commercio di Roma, punta a informare il consumatore attraverso una serie di Coffe Day su come riconoscere una tazzina di qualità e a formare chi dietro il bancone prepara l’espresso & Co.

Il contratto fissa le linee-guida che impegnano torrefattori di caffè e pubblici esercizi alla conformità del prodotto, al prezzo, ai termini di pagamento, alla esclusività della fornitura, per finire al recesso. Diritti-doveri vengono fissati tra le parti per rendere il contratto stesso sostenibile dalla selezione dei chicchi alla tazzina fumante. Il caffè, hanno osservato gli operatori durante una valutazione comparativa di miscele biologiche e quelle più comuni al supermercato e nei bar, pur essendo un prodotto simbolo italiano non sempre rappresenta un momento di benessere.

”Il nostro mondo si è un po’ fermato sugli allori, ma – ha detto il direttore di Federgrossisti Antonio Fabiani – essendo il caffè un prodotto agricolo, va vissuto e assaggiato godendo dell’abilità del barista. Col patto di filiera cerchiamo di dare una risposta globale agli addetti ai lavori e ai coffee-lover nella consapevolezza che il caffè ha assunto un ruolo molto importante ai fini di una sana ed equilibrata alimentazione. Un soggetto sano, alla luce di uno studio Iarc, può assumere tranquillamente 3-4 tazzine di caffè nell’arco della giornata’’. (fonte Ansa)

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