Andrea Alemanni, Bruno Astorre, Claudio Mancini: domani il popolo degli iscritti e dei simpatizzanti dem deciderà con le Primarie aperte chi sarà il nuovo segretario del Pd Lazio. I seggi – circa 400 di cui 101 a Roma – resteranno aperti dalle 8 alle 21 in tutti i Comuni della regione: “Possono votare tutti, anche i non iscritti – fa sapere il partito – Basta presentarsi come sempre, muniti di carta di identità, tessera elettorale e 2 euro”.
La prima fase, quella dei circoli, ha visto votare quasi 15 mila persone, e ha premiato il senatore Astorre, uomo forte nel Lazio dell’Areadem di Dario Franceschini (con cui a livello nazionale ha buoni rapporti anche il governatore Nicola Zingaretti, che però nel Congresso regionale si è detto neutrale), ma che gode anche del sostegno dell’area di Paolo Gentiloni. Per Astorre è arrivato inoltre l’appoggio di Francesco De Angelis, influente dirigente ciociaro già orfiniano ma avvicinatosi di recente a Zingaretti. I circoli hanno assegnato ad Astorre 8947 voti, il 59,9 per cento.
Ora alle Primarie il senatore si presenta sostenuto da tre liste: ‘Cambiamo con Bruno Astorre’, ‘Rigenerazione democratica’ e ‘Roma e Provincia democratica con Bruno Astorre’. Lo sfidante principale è il deputato Claudio Mancini, storico dalemiano laziale, che può contare sull’appoggio di Matteo Orfini, dei ‘turborenziani’ ma anche dei popolari di Enrico Gasbarra e Giuseppe Fioroni: Mancini ha totalizzato 4938 voti, 33%. Per il deputato le liste sono due: ‘Avanti Insieme’ e ‘Diritti e partecipazione’ (a cui sono iscritti molti ‘nuovi italiani’). Il terzo candidato è l’under 40 Andrea Alemanni, vicepresidente del II Municipio di Roma ed espressione dell’area di Matteo Richetti e Angelo Rughetti: Alemanni è arrivato terzo con il 7,1%, pari a 1049 voti. Lo sostiene una lista, ‘Controcorrente’. Per decidere però chi sarà il successore di Fabio Melilli bisognerà domani sottoporsi al voto popolare, che eleggerà i 200 delegati all’Assemblea che a loro volta determineranno chi sarà il segretario regionale.
qui la partita si fa più complessa, perché i seggi sono assegnati su base provinciale, e le province hanno pesi molto diversi: Latina elegge 17 delegati, Frosinone 15, Viterbo 11 e Rieti 5, ma la provincia di Roma da sola ne porterà 46, mentre Roma città ben 106 su 200. Il ‘numero magico’ di delegati è 101: chi li elegge alle Primarie diventa segretario. Se nessuno però arriva a quota 101 allora saranno i delegati in Assemblea – con voto segreto – a indicare il nuovo leader regionale, e in questo caso diventerà decisivo il gioco di sponde e alleanze: i delegati di Alemanni potrebbero diventare l’ago della bilancia. Astorre, almeno nella fase dei circoli, ha vinto nella ‘sua’ provincia di Roma, ha dilagato a Frosinone (dove il patto con De Angelis ha dato i suoi risultati) ed è arrivato primo anche a Viterbo e Rieti.
Mancini, da parte sua, si è imposto a Latina. Ma a Roma Astorre e Mancini, al netto di ricorsi e polemiche, hanno chiuso sostanzialmente appaiati: nella Capitale, che elegge da sola più della metà dell’Assemblea, ci si aspetta dunque una battaglia all’ultimo voto. (Fonte ANSA).