Come già largamente previsto, il Governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, non ha avuto problemi a superare la mozione di sfiducia avanzata da Forza Italia e Lega. I voti favorevoli alla sfiducia sono stati infatti 22, con 26 contrari su 48 presenti: per essere approvata sarebbero serviti 26 voti su 51 dell’Aula.
A conti fatti, Zingaretti ottiene un risultato politico di rilievo, perchè guadagna addirittura un voto in più del previsto, quello di Laura Cartaginese, esponente di Forza Italia, che ha detto di “non riconoscersi più nella linea” del suo partito. Una Forza Italia che sembra anche divisa in due ‘spezzoni’. Il primo, facente capo a Ignazio La Russa, più vicino alla Lega, il secondo, che fa capo a Tajanie all’attuale capogruppo Fazzone, che chiede maggiore distizione dal Carroccio.
Ma anche i 5 Stelle non hanno dato prova di grande unità: già nei giorni scorsi il dibattito era ruotato attorno all’opportunità di partecipare a un voto dall’esito scontato. I richiami di Di Maio e dello stesso Grillo hanno avuto il loro peso, ma in Aula si sono sentiti accenti diversi fra la Lombardi e la sua collega Corrado. Sergio PIrozzi, invece, come già annunciato, non era in Aula, per un impegno a Brindisi.
Zingaretti ha così potuto presentare ‘serenamente’ il Bilancio 2019-21 e la legge di Stabilita’ 2019. “E’ una manovra importante – ha detto Zingaretti – perche’ certifica un fatto storico: nel 2013 il disavanzo era a 13 miliardi. Oggi e’ di 490 milioni. Lo abbiamo fatto il cinque anni. Questo significa liberare risorse per investimenti, per i servizi alle persone, per garantire livelli di stabilita’. Finalmente – ha detto ancora – apriamo la strada dell’inizio di una riduzione fiscale, confermando l’Irpef e aprendo il capitolo Irap“.