NCC, dal Cdm approvato decreto nella notte. I conducenti: devastante

Tentativo del governo di mettere ordine nel settore. Ncc insoddisfatti e taxi fermi

Un'immagine delle proteste del 23 dicembre scorso

NCC attivi in ambito provinciale e niente ritorno in rimessa.

Si è conclusa – per ora – una delle pagine più controverse e complicate del maxiemendamento del governo Lega-M5S.

Prima l’eliminazione delle nuove regole che imponevano agli autisti di auto a noleggio di tornare nella città in cui l’autorizzazione alla guida è stata rilasciata a partire da gennaio.

Poi una riunione notturna del Consiglio dei Ministri che ha approvato un decreto “recante disposizioni urgenti in materia di autoservizi pubblici non di linea”.

Nel mezzo le proteste dei conducenti e quelle dei tassisti che – su fronte opposti – hanno protestato contro i tentennamenti e la linea del governo.

La nuova regolamentazione prevedrebbe deroghe nel caso in cui, nel foglio di servizio, siano indicate più prenotazioni. Nel caso di sanzioni, invece, è prevista una moratoria di 90 giorni a partire dall’entrata in vigore del decreto.

Non toccati momentaneamente anche coloro che abbiano stipulato un contratto con società in altri territori almeno due settimane prima dell’operatività del dl. Per loro due anni di deroga.

Capitolo licenze: fino all’effettiva operatività di un archivio informatico nazionale, stop al rilascio di nuove autorizzazioni. L’obiettivo finale sembra essere la creazione di un database che registri tutte le licenze di taxi ed NCC.

Il decreto notturno non è piaciuto alle sigle che rappresentano i conducenti a noleggio. Tra i loro obiettivi, tutto il Governo ma soprattutto il ministro del Trasporti Danilo Toninelli, di cui hanno chiesto le dimissioni.

Adesso, spiega l’Anitrav, la speranza per gli NCC e delle circa 80mila imprese di categorie è rappresentata dall’intervento del Presidente della Repubblica.

 

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