“Capitano a volte incontri con persone a noi assolutamente estranee, per le quali proviamo interesse fin dal primo sguardo, all’improvviso, in maniera inaspettata, prima che una sola parola venga pronunciata.”
Così, Fëdor Dostoevskij, provava a spiegare quello che comunemente definiamo: “colpo di fulmine” o “amore a prima vista”. Ma esiste realmente? Di cosa si tratta e come nasce? I poeti se lo chiedono da millenni ma anche gli scienziati non sono da meno e, finalmente, sembrano essere giunti a una conclusione: l’amore non è cieco ma ci vede benissimo!
Lo dice la scienza
Vedere l’oggetto del desiderio, infatti, produce l’attivazione nel cervello della “rete” del piacere che coinvolge, in primis, le regioni del nucleo accumbens (che gioca un ruolo importante nei processi cognitivi dell’avversione, della motivazione e della ricompensa) e la corteccia cingolata anteriore (la sede dove vengono elaborati, a livello inconscio, i pericoli e i problemi che deve affrontare un individuo).
Gli ormoni dell’amore
“Secondo un recente lavoro uscito su ‘Nature’, l’intensità di comunicazione tra queste due aree riesce a guidare e predire il comportamento di accoppiamento e spinge a rilasciare gli ormoni dell’amore in circolo nel sangue”, lo spiega Antonio Cerasa, neuroscienziato dell’Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare (Ibfm) del Consiglio nazionale delle ricerche.
Un cocktail, da bere con gli occhi
“Il cocktail di ormoni che produce quella fenomenale sensazione di benessere, gioia ed estasi che proviamo quando siamo insieme al nostro partner, sono la Dopamina, l’ossitocina e la feniletilamina ma per essere attivati hanno bisogno di essere alimentati e guidati da segnali esterni che derivano innanzitutto dal principale canale di interazione dell’essere umano con l’ambiente: la vista”.
La percezione è solamente una questione neurologica?
Quindi, a sentir parlare la scienza, se siamo improvvisamente folgorati da un sorriso, da uno sguardo o da un’espressione del viso o del corpo, non siamo vittime di un’emozione irrazionale e inspiegabile.
Eppure molti psicologi sonostengono esattamente il cortrario ovvero che anche la realtà della percezione, non potendo scindersi dall’individio che l’osserva, sia sempre mediata dal nostro raziocismo e dal nostro vissuto psicologico.
Ha un siso angelico…
Non è pur vero che espressioni come “ha un viso angelico” oppure “ha uno sguardo sincero“, in fondo non indicano altro che quello che noi vediamo sia già caricato dalle nostre aspettative, preconcetti o giudizi, indipendentemente che la persona sia realmente sincera o angelica? I dubbi restano.
Nel frattempo gli scienziati hanno anche indentificato altri ormoni implicati in tutte le relazioni affettive.
Amore a tutto tondo
Mentre dopamina e feniletilamina sono strettamente legati alle fasi di accoppiamento e sessualità, l’ossitocina è un ormone che viene prodotto anche in altre condizioni, come nell’attaccamento madre-figlio, negli abbracci e nello stare tra gli amici. “Secondo una recente ricerca pubblicata su ‘Science’, la socializzazione può produrre le stesse quantità di ossitocina di un rapporto d’amore.
La principale fonte di questo ormone nel cervello è l’ipotalamo che è collegato direttamente con un’altra regione chiave del network del piacere: l’Area ventrale tegmentale, ovvero un gruppo di neuroni molto importanti nella cognizione e nella motivazione”.
Amore per gli amici
“Anche lo stare insieme agli amici produce una forte e consistente iperattività di questo network di impulsi che porta a un continuo rilascio di ossitocina”, conclude Cerasa. Ma non è proprio lo stessa cosa perché vedere gli amici, di solito, NON fa sentire gli “ormoni-farfalla” nello stomaco…