“Le ultime vicende che hanno riguardato l’appalto per la gestione della manutenzione delle scale mobili delle metropolitane di Roma, testimoniano come sia inaccettabile che ancora si verifichino fatti del genere e di come il sistema degli appalti necessiti di una moralizzazione che vada al di là del doveroso intervento della magistratura, che ha portato in questo caso a una drastica interdizione da pubblico servizio di tre dipendenti ATAC”, dichiara il Presidente di ANCE Roma – ACER Nicolò Rebecchini.
“Come imprenditori, in quanto primi attori del sistema, – continua Rebecchini – non possiamo esimerci da responsabilità e ci sentiamo in dovere di denunciare il malcostume e di trovare soluzioni che consentano di poter lavorare correttamente, offrendo agli utenti il miglior servizio possibile”.
“Pertanto, l’idea della creazione di una stazione unica appaltante, rilanciata ultimamente dal segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio Michele Azzola e dal segretario generale della Filt Cgil di Roma e del Lazio Eugenio Stanziale, ci vede favorevoli da tempo e lo abbiamo diverse volte rappresentato all’Amministrazione” afferma il Presidente dei costruttori romani.
“L’istituzione di un unico centro di affidamento degli appalti va anzitutto nella direzione indicata dal codice dei contratti, che vede di buon occhio la riduzione e la centralizzazione delle committenti e si traduce pertanto in garanzia di univocità di comportamenti e, di conseguenza, nella certezza delle regole da applicare. Questo, in presenza di un quadro normativo complesso, costituisce elemento di tutela essenziale per gli operatori.
Inoltre esalta anche le conoscenze e le competenze consentendo di accentrare funzioni complesse nelle mani di operatori esperti e avveduti.
Crediamo, insomma, che sia un approdo necessario per favorire quel quadro di razionalizzazione e snellimento delle procedure da troppo tempo atteso nel settore degli appalti pubblici”.
“È d’altro canto indispensabile – conclude il Presidente Rebecchini – anche un salto di qualità nella gestione del patrimonio pubblico. Occorre transitare da una manutenzione legata ad interventi sporadici, ad una manutenzione programmata, che abbini alla manutenzione ordinaria quella straordinaria. Solo in tal modo si potrà procedere ad una selezione degli operatori corretta, garantendo l’affidabilità degli stessi in termini di qualità della prestazione resa e di assunzione di piena responsabilità circa la corretta esecuzione dei lavori”.