Cucchi: pm, teste disse “si sono divertiti a picchiarlo”

Oggi nell'aula bunker di Rebibbia la requisitoria del pm Musarò

photo credit Alessandro Orsi Orale

“Si sono divertiti a picchiarlo”. Sono le parole del detenuto Luigi Lainà ricordate dal pm Giovanni Musarò nella sua requisitoria al processo per la morte di Stefano Cucchi, che vede imputati tre carabinieri per omicidio preterintenzionale. In aula anche il procuratore di Roma facente funzioni, Michele Prestipino.

Luigi Lainà la notte tra il 16 e il 17 ottobre del 2009 incontrò Cucchi nel centro clinico di Regina Coeli. Nel corso del processo riferì che Cucchi gli aveva detto di “essere stato picchiato da due carabinieri” ma aggiunse che disse di riferire che le ferite erano “causa di una caduta”.

“Cucchi lascia una sorta di testamento a Lainà dicendogli che a picchiarlo sono stati due carabinieri in borghese della prima stazione da cui è passato”.

“È già stato celebrato un processo nell’ambito del quale sono state pronunciate sentenze definitive che hanno poi visto imputati diversi, come gli agenti della polizia penitenziaria, poi i medici e i paramedici. È stato un processo kafkiano per l’individuazione dei responsabili del pestaggio: non è nella fisiologia di un processo che gli imputati siedano sul banco dei testimoni ed i testimoni al posto degli imputati”, ha aggiunto Musarò.

“Non possiamo fare finta che non sia successo niente, di non sapere e di non capire che quel processo kafkiano è stato frutto di un depistaggio”, ha aggiunto.

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