Tragedia sfiorata ieri, nel carcere romano di Rebibbia, a causa di un incendio in una cella che ha costretto la Polizia penitenziaria ad evacuare nel cortile circa 20 detenuti in isolamento precauzionale Covid-19. Nessun detenuto o poliziotto e’ rimasto intossicato, ma per spegnere il fuoco sono stati necessari due estintori e una manichetta anti-incendio. L’episodio sarebbe avvenuto nel reparto G12 di Rebibbia.
Secondo quanto ricostruito, ad appiccare le fiamme sarebbe stato un detenuto disabile, gia’ noto nel carcere per episodi simili.
“Si e’ sfiorata la tragedia, ieri, nel carcere romano di Rebibbia”, dove . un detenuto ha appiccato un incendio alla sua cella, “intossicando l’intera sezione”. A dare la notizia e’ il Sappe, che riferisce anche che a causa dell’evento una ventina di reclusi in isolamento precauzionale per Covid 19 sono stati evacuati nel cortile passeggi. Nessuno e’ rimasto intossicato ma per spegnere il fuoco sono stati necessari 2 estintori e l’utilizzo massivo della manichetta. Il detenuto che ha provocato l’incendio “aveva gia’ creato problemi in tutti gli altri reparti del penitenziario,spiega Maurizio Somma, segretario per il Lazio del Sappe. Ma nonostante le segnalazioni al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria per un suo trasferimento “continua a permanere inspiegabilmente a Rebibbia”. Eppure la situazione in cui versa il carcere di Rebibbia a Roma e’ “preoccupante” ed e’ ” indispensabile” un intervento per “ristabilire un clima di serenita’ tra gli operatori” . “Quanto accaduto nel carcere di Rebibbia e’ sintomatico del fatto che le tensioni e le criticita’ nel sistema dell’esecuzione della pena in Italia sono costanti, ma e’ evidente – afferma il segretario generale del Sappe Donato Capece- che l’Amministrazione Penitenziaria deve trovare serie e urgenti soluzioni alla grave situazione riferita all’organico del Reparto di Polizia Penitenziaria del carcere di Rebibbia”.