L’ottobrata romana del 2021 ignora l’anomala tramontana che sferza la città e si butta con entusiasmo negli eventi. Si può tornare alla socialità, con garbo e rispetto delle regole, ma si può tornare. E così alla Galleria Nazionale, la Sala delle Colonne si riempie per la presentazione del nuovo libro di Maria Pia Ammirati, ‘Vita ordinaria di una donna di strada’. La scrittrice, e direttore di Rai Fiction, ha pubblicato con Mondadori un libro forte, sulla sopravvivenza, sulla tenacia, sulle donne schiave e sulla bellezza che non lascia scampo. E Maddalena Santeroni, presidente dell’Associazione Amici dell’Arte Moderna a Valle Giulia (in poche parole, i mecenati del museo) attorno all’autrice ha costruito un tavolo interessante con Teresa Ciabatti, Filippo La Porta e Sabrina Ferilli che esce subito dal ruolo dell’attrice chiamata al podio per leggere alcuni estratti. Sabrina interpreta le pagine e interviene, dice la sua sull’emancipazione delle donne legata all’autonomia economica (“In famiglia mi hanno detto, guadagna e poi sposati”), mettendo l’accento su un fatto: sono le famiglie spesso ad essere responsabili di una narrazione limitante della donna.
“Mi sembra un inno all’amicizia questa serata, è la prima volta dopo due anni che ci rivediamo tutti” dice Ammirati, guardando la platea e riconoscendo (dietro alle mascherine) da Giancarlo Leone (presidente Apa) a Simona Marchini e Dario Salvatori, da Francesco Siciliano alla produttrice Matilde Bernabei. Continua: “Tutto ciò che faccio quando scrivo dei romanzi è una documentazione, confesso, blanda. Il romanziere lavora di fantasia, ed è l’unico vero empatico. E’ un lavoro che parte dalle storie di tutti i giorni, dallo spiare il mondo, i dialoghi, le relazioni. Tutto il resto si immagina e si tesse, e noi scrittori immaginiamo tantissimo. Il libro nasce da qualcosa che ho rintracciato sul corpo femminile, violato, abusato venduto, trattato. Dopo aver parlato con tante ragazze rumene, ho cominciato a scrivere su una base di realtà”. Un’alchimia che funziona: l’incontro termina con una lunga coda per conquistare una dedica dell’autrice sulla copia. E un arrivederci al prossimo evento, Roma torna a respirare con la cultura.