Ponte di Ferro: Camilli (Unindustria), ok al commissario purché sia garantita la concorrenza – VIDEOGALLERY

Al presidente degli imprenditori di Roma e del Lazio non dispiace l’orientamento del neo-sindaco per velocizzare i lavori di ristrutturazione. Ma a Unindustria preme la competitività fra le imprese,  per la quale si batte nella riscrizione del codice degli appalti da parte del Parlamento

L’orientamento del neo-sindaco Roberto Gualtieri di chiedere a Palazzo Chigi e al ministero dei Trasporti e Infrastrutture un commissario per la ricostruzione del “Ponte di Ferro” semidistrutto dall’incendio trova d’accordo anche il presidente di Unindustria Roma, Angelo Camilli. “Non sono contrario al commissariamento di opere – rileva, interpellato da Radiocolonna.it – purché venga applicata la norma competitiva e nella assegnazione dei lavori non ci sia una riduzione della concorrenza fra le imprese, che vuole poi dire garantire una economicità per lo Stato”.

Unindustria è infatti impegnata, di fronte alla riscrizione del codice degli appalti, a sensibilizzare il Parlamento perché le nuove norme da un lato favoriscano la partecipazione delle imprese alle gare e  dall’altro prevedano migliori professionalità nelle stazioni appaltanti, maggiori competenze e trasparenza, che potrà essere facilitata dalla  digitalizzazione dei processi.

 

Come primo contributo l’associazione degli industriali di Roma e del Lazio ha promosso lo studio Appalti per Mpmi 4.0 Executive Summary Appalti per MPMI 4.0 v6 (def) realizzato con l’Università di Tor Vergata e Promo pubblica amministrazione fondazione, presentato alla Camera di Commercio, al Tempio di Adriano, alla vigilia dell’arrivo dei fondi Pnrr,  che dovrà essere un’opportunità anche per le piccole e medie aziende laziali.

Il presidente Camilli nell’intervento conclusivo, premesso che lo studio nasce dall’esigenza di rafforzare la presenza delle Pmi regionali negli appalti pubblici che attualmente è soltanto del 14 per cento, ha sottolineato che su circa 200 miliardi di spesa pubblica solo il 25 per cento è rappresentato da opere strutturali, mentre ben il 75 per cento per l’acquisto di beni e servizi, che sono attualmente a totale discrezione delle stazioni appaltanti.

“La discussione del codice di appalti in Parlamento – ha rilevato – dovrà tener conto anche delle nostre proposte che giungeranno puntuali e dettagliate nell’interesse generale,  a partire dalla istanza che alla legge segua subito un chiaro regolamento attuativo, che miri anche a ridurre il lungo e costoso contenzioso”.

 

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