Nella classifica delle truffe sui bonus edilizi Roma si aggiudica il poco invidiabile primato, sia in termini di quantità e soprattutto di valore delle frodi. Occorre riconoscere che Roma presenta di gran lunga il più vasto patrimonio immobiliare tra le città italiane, quasi 1,6 milioni di abitazioni residenziale rispetto alle 600mila di Milano, oltre 400mila edifici come Napoli e Milano insieme. Tuttavia Roma sconta la scarsa efficienza della pubblica amministrazione in tema di controlli e una frizzante creatività nello sfruttamento degli incentivi che ne fanno un terreno fertile per alimentare comportamenti spesso ai limiti della legalità.
L’introduzione del Superbonus al 110% per la riqualificazione degli immobili per effetto della generosità dell’incentivo ha fatto nascere nuovi mercati e imprese, oltre ad imprimere una decisa accelerazione al traballante, ma fondamentale, settore delle costruzioni. Ma il Superbonus ha anche generato un effetto traino nei confronti degli altri incentivi che esistono da decenni come l’Ecobonus al 65% e al 50% nonché per la nascita di nuovi come il bonus ascensore al 75% e soprattutto il bonus facciate che riconosce un rimborso fino al 90%, sceso al 60% dal primo gennaio scorso.
Proliferazione delle consulenze con un’ offerta eterogenea
La complessità delle procedure, le continue modifiche sui criteri per beneficiare del Superbonus hanno contribuito alla proliferazione di soggetti esperti in consulenze. Come spesso accade i nuovi mercati attirano molti operatori producendo una offerta piuttosto eterogenea. Ci sono quelli con effettive competenze e capacità ma anche quelli che si improvvisano promettendo prestazioni che poi non riescono a garantire.
Il problema è che l’entità del beneficio del 110%, soprattutto associato allo sconto in fattura, azzera il fondamentale conflitto di interesse tra domanda e offerta. Il cliente non ha un interesse economico in quanto paga il contribuente, quindi viene meno la funzione principale della dinamica del mercato: la selezione tra i soggetti che offrono beni e servizi.
Non ha poi aiutato la bulimica e frequente produzione normativa. Il Superbonus è stato introdotto due anni fa ed è stato oggetto di circa 30 interventi legislativi. L’incertezza sulla stabilità temporale ha alimentato i forti rincari di materie prime e lavori. Ma il profilo più critico è rappresentato dalla profonda diversità di criteri e procedure per i vari bonus, spesso senza una motivazione coerente. Ad esempio per il Superbonus 110% è necessario che un professionista qualificato certifichi i costi dell’intervento e la loro congruità. Per gli altri bonus invece non era previsto fino al novembre scorso quando è esploso il fenomeno delle frodi.
La commissione arriva fino al 23/24 per cento dell’importo dei lavori, circa l’8/10 per cento per lo sconto in fattura e cessione del credito
La realtà quindi è che all’ombra del Superbonus sono nate migliaia di nuove imprese e un esercito di consulenti e molto spesso è difficile capire il livello di competenza e professionalità. Anche perché il tariffario è abbastanza simile. Ci sono colossi mondiali che operano come general contractor che forniscono la prestazione chiavi in mano. Il corrispettivo è piuttosto elevato. Alcune fonti autorevoli consultate da Radiocolonna indicano che per il 110% i costi generali arrivano a superare il 20%, fino al 23-24% dell’importo lavori. Circa l’8-10% riguarda lo sconto in fattura e relativa cessione del credito (per il 110% la detrazione è su 5 anni), il resto sono costi per progetti, asseverazioni, accesso agli atti.
Oltre a questi ci sono, a volte, da aggiungere “mediazioni” per i presentatori di condomini che chiedono fino al 10%, portando così i costi al 32-34%.
Nei casi dell’Ecobonus al 65% l’entità della commissione supera anche il 30%, in quanto la detrazione d’imposta è decennale e chi l’acquista chiede in sostanza un tasso di sconto pari a oltre il 2% l’anno. Il problema è che, riferiscono le stesse fonti, ci sono consulenti che in cambio di commissioni tra l’8 e il 10% assicurano di far ottenere i benefici per i lavori senza fornire informazioni dettagliate sulla prestazione offerta.
Valori molto differenziati tra le varie Regioni
Se è vero che le frodi si sono concentrate maggiormente sul bonus facciate e quelli minori prima dell’introduzione dell’obbligo di certificazione dei costi, il Superbonus presenta valori molto differenziati tra le varie regioni italiane. Consultando il portale dell’Enea dedicato al Superbonus, emerge ad esempio che l’investimento medio per edifici unifamiliari è intorno ai 110mila euro. Sorprende tuttavia che in Basilicata raggiunga i 124mila euro contro i 96mila del Piemonte, così come che in Molise la media sia a 114mila euro, superando anche l’importo medio della Lombardia (113mila). Le differenze sono ancora più macroscopiche in riferimento ai condomini. In Trentino l’investimento medio supera di poco i 300mila euro, che diventano quasi 500mila in Toscana e Emilia Romagna. In Lombardia si sale a 580mila, mentre l’Abruzzo si attesta a 604mila, il Lazio a 664mila, la Puglia a 650mila. Il record è della Sardegna dove l’investimento medio arriva a 865mila euro. È evidente che la diversità urbanistica e dei prezziari non riesce a spiegare una tale oscillazione degli importi.