L’amministrazione capitolina sta prendendo in considerazione l’ipotesi di proporre la candidatura di Roma per ospitare le Olimpiadi del 2036. Per il momento si tratta soltanto di una valutazione interna a Palazzo Senatorio e che è stata al centro di una riunione tra membri dello staff tecnico del sindaco e che potrebbe prendere forma nei prossimi mesi. A oggi per la candidatura si è fatta avanti la Toscana con il capoluogo Firenze, la quale si propone di concorrere in ticket con l’Emilia Romagna, la quale schiererebbe il capoluogo Bologna. Tra le indiscrezioni finora circolate, ma a luglio, prima dell’arrivo della giunta di Roberto Gualtieri, quella di una disponibilità della Capitale a ospitare la cerimonia di apertura.
In questi giorni, però, a Palazzo Senatorio è circolata una nuova ipotesi, più coraggiosa: proporre Roma per i giochi olimpici estivi del 2036, anche in virtù delle opere e infrastrutture che verranno realizzate in vista del Giubileo del 2025 e di un’eventuale aggiudicazione dell’Expo 2030.
Con la candidatura di Roma alle Olimpiadi 2036, Gualtieri segnerebbe una netta discontinuità con la giunta M5s di Virginia Raggi, criticata da più parti e anche dal Partito democratico, per la decisione di ritirare nel 2016 la candidatura della Capitale per i giochi del 2024, poi assegnati a Parigi. L’assegnazione delle Olimpiadi 2036, le prime disponibili in calendario, è prevista sette anni prima dell’evento, quindi nel 2029. Il lavoro preparatorio per una eventuale candidatura della città, però, va fatto con grande anticipo e va impostato fin da questa consiliatura. Per questo se ne sta già discutendo a Palazzo Senatorio tenendo conto di due fattori. Il primo, che suscita qualche perplessità: Roma è in campo anche per l’Expo del 2030 e una eventuale candidatura alle Olimpiadi comporterebbe la programmazione e sviluppo di un’altra campagna di accreditamento per cercare il sostegno degli altri Paesi del Comitato olimpico internazionale. Il secondo fattore, che è invece percepito come un incentivo ad andare avanti, è che si tratterebbe del primo grande evento di respiro internazionale scelto e annunciato dalla maggioranza di centrosinistra, la quale – insediatasi da pochi mesi nella Capitale – sta lavorando alacremente a un calendario importante, tuttavia in parte obbligato (Giubileo 2025 e Giubileo straordinario della redenzione del 2033) e in parte promosso e proposto dalla giunta precedente (Expo 2030).
L’ipotesi delle considerazioni che stanno circolando a Palazzo Senatorio appare tra l’altro rafforzata da quanto affermato dal presidente della commissione capitolina Sport, Ferdinando Bonessio di Europa verde, il quale durante la seduta del 29 marzo scorso, volta a valutare la realizzazione di un Museo olimpico a Roma, ha spiegato: “Stiamo parlando di un museo romano della tradizione olimpica” e “la dico qui, con un orgoglio incredibile”, il Museo potrebbe “essere il trampolino di lancio verso l’idea che Roma un domani possa tornare a ospitare una manifestazione di questo tipo, sarebbe qualcosa di eccezionale. Ricordo che le Olimpiadi nel 2024 si svolgeranno a Parigi, nel 2028 a Los Angeles, per il 2032 sono state già assegnate a Brisbane in Australia. È libero il 2036: perché non cominciare a pensarci? La butto lì, sarebbe molto affascinante una cosa del genere”.
La candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2036 “è un’ipotesi di cui al momento in Campidoglio nessuno ha mai parlato”. Così l’assessore allo Sport di Roma, Alessandro Onorato, commenta l’indiscrezione, lanciata dall’Agenzia Nova. “Peraltro parlare di candidature, come se fosse un contest tra città, non corrisponde più alle regole del Cio che si limitano ad analizzare i dossier di singole proposte”, ha aggiunto Onorato, ribadendo che “finora nessuno in Campidoglio ha affrontato questo tema”.