È un attacco duro all’amministrazione guidata da Roberto Gualtieri quello mosso da Salviamo la Metro C. Al noto collettivo di esperti e pendolari non sta piacendo – per usare un eufemismo – l’approccio del Campidoglio e da mesi prova a suggerire correttivi, cambi di rotta e possibili soluzioni per rivitalizzare la terza metropolitana della Capitale. Nel mirino dei blogger c’è un ventaglio amplissimo di questioni scottanti: le condizioni poco decorose delle stazioni e dei treni, le pessime frequenze dei convoglio e l’assenza – ancora – di un collegamento diretto tra le fermate della Metro A e C di San Giovanni.
“È evidente la pesante eredità del passato ed è lampante che i problemi non possano essere risolti in sei mesim ma l’attuale amministrazione ha il compito di trovare una strategia e comunicare il cronoprogramma con cui intende attuarla ovvero divulgarne le tappe affinchè i cittadini possano verificare la realizzazione degli obiettivi intermedi – spiega Salviamo la Metro C – sei mesi è un arco di tempo sufficientemente lungo per raggiungere almeno un obiettivo intermedio. Ma tutto ciò non c’è. Non c’è un obiettivo intermedio che i cittatidini possono verificare. Non c’è alcun orizzonte di tempo definito entro il quale la Metro C potrà uscire da questa asfissia di treni che è strutturale. In sei mesi ancora non si sa come e quando verranno spesi gli oltre 30 milioni stanziati dallo Stato nel 2018 per l’acquisto di nuovi treni. Non c’è nemmeno una calendarizzazione dei lavori di adeguamento della stazione San Giovanni della Metro A che consentirebbero l’apertura del collegamento diretto tra le due linee e la fruibilità dell’assetto definitivo del nodo di scambio, ancora lontano a 4 anni dall’inaugurazione della stazione della C.
Secondo i blogger, in definitiva, la situazione sarebbe esattamente come cinque anni fa.
“Tutto è esattamente come 6 mesi fa, come un anno fa, come cinque anni fa. Il fatto più grave è che probabilmente l’Assessore e la Giunta non se ne sono nemmeno accorti concludono – abituarci all’inerzia e alla sciatteria è il peggior male che possiamo fare a noi stessi e alla nostra città. Noi non vogliamo farci l’abitudine, per questo chiediamo un cambio di passo concreto e verificabile. Ma nemmeno essere partecipi di un eterno ritorno, di un eterno giorno della marmotta. Ecco perchè Il passo successivo sarebbero solo dimissioni prima di perdere altri 5 anni”.