Per realizzare una singola tratta di una metropolitana a Roma – da un punto A ad un punto B – può volerci meno tempo rispetto a tratte analoghe in Paesi con un’efficienza infrastrutturale maggiore rispetto a quella della Capitale. Parte da questo assunto sorprendente la riflessione di Salviamo la Metro C su quali siano i problemi che attanagliano l’efficienza della Capitale nella realizzazione di opere su ferro.
“I cantieri della tratta T3 (Sannio – Colosseo) della Linea C sono stati avviati ad aprile 2013 e l’opera verrà inaugurata tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025, sperando che il target sia veramente ottobre 2024 come ribadito dall’Assessore – spiegano – Si pensi ora alla Elizabeth Line di Londra che passa per un tunnel di 21 km realizzato nel cuore di Londra e che si ricongiunge alle estremità a due ferrovie di superficie esistenti, proprio come la Linea C a sud-est con la vecchia ferrovia per Pantano. Gli scavi della tratta sotterranea della Elizabeth Line, inaugurata a maggio 2022, sono iniziati nel 2009, per un totale di 13 anni di cantieri. Si pensi anche ad opere leggere e un po’ meno complesse rispetto alla Linea C di Roma, in ambito italiano come la Metro 4 di Milano. I lavori sono iniziati nel 2015 e le tratte verranno inaugurate tra l’autunno 2022 e il 2024”
Ma il comitato che da anni monitora lo stato del trasporto capitolino fa durare poco la buona novella e riporta con i piedi per terra l’utente del tpl di Roma, illustrando le sue inefficienze strutturali.
“La differenza è che a Roma la tratta finanziata e messa in cantiere è di 2,8 km per due stazioni, e la tratta successiva viene decisa, finanziata e messa in cantiere sostanzialmente 10 anni dopo. Ma solo la sub-tratta Colosseo-Venezia. Per la T2 l’ultima ipotesi di cronoprogramma, resa pubblica durante l’audizione alla Camera della Commissaria Conti, è quella dell’avvio dei lavori nell’ultimo trimestre del 2024 – racconta Salviamo la Metro C – negli esempi citati sopra, invece, si finanzia e mette in cantiere tutta la tratta fondamentale. Così Londra dispone della sua “supermetropolitana” in 13 anni, Milano fruirà la sua nuova linea leggera in 9 anni mentre Roma inaugurerà due stazioni in 11 anni quando probabilmente dovranno ancora partire i cantieri della tratta T2 fino a Clodio”.
Secondo il comitato, i problemi riguarderebbero anche strutture tecniche incapaci di riprendere efficacemente i progetti del passato.
“Nel frattempo capitali europee e città come Milano non hanno portato avanti soltanto una sola opera ma anche altre opere o prolungamenti della rete esistente così da ritrovarsi in un futuro oramai vicino un calendario scandito di inaugurazioni capace di cambiare significativamente il volto della città. Roma no – conclude – si pensi ai prolungamenti A-B-B1 o alla Linea D, opere da quindici anni congelate e senza nessuna struttura tecnica capace di riesumarle. Anzi, la Linea D fu addirittura bocciata dalla Giunta Alemanno”.