Alessia Piperno è tornata in Italia

Ad accoglierla il premier e il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. Meloni, grazie 007 e diplomazia

Un'immagine di Alessia Piperno dalla sua pagina Instagram (@travel.adventure.freedom)

Alessia Piperno, la giovane blogger romana che torna a casa a seguito del rapimento in Iran, è atterrata a Ciampino. Ad accoglierla il premier Giorgia  Meloni e il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.

Alessia Piperno “sta bene e non ha subito alcuna violenza. Certo è stata detenuta”. Lo ha spiegato il ministro degli Esteri Antonio Tajani parlando con i giornalisti ad Amsterdam della connazionale rilasciata in Iran.

Una delicata operazione di intelligence e diplomazia, il segno di apprezzamento da parte di Teheran della posizione piu’ soft dell’Italia sulla repressione delle proteste in Iran, ma anche forse la necessita’ della Repubblica islamica di dare segnali di distensione nella speranza di vedere allentata la pressione internazionale sullo sfondo delle estese manifestazioni anti-governative in corso da due mesi in casa. E’ complessa e dai contorni ancora da chiarire la strada che ha portato Alessia Piperno, travel blogger romana di 30 anni, fuori dal famigerato carcere iraniano di Evin a Teheran e ormai a breve di ritorno a casa. Ad annunciare il suo rilascio, dopo 43 giorni di detenzione con l’accusa (sempre smentita dai famigliari) di aver preso parte alle manifestazioni in corso da meta’ settembre nel Paese, e’ stato Palazzo Chigi. “Dopo un intenso lavoro diplomatico oggi Alessia Piperno e’ stata rilasciata dalle autorita’ iraniane e si appresta a tornare in Italia. Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a che Alessia riabbracci i familiari, ha informato i suoi genitori nel corso di una telefonata, pochi minuti fa”, si legge nella nota. Meloni accogliera’ personalmente Piperno oggi a Ciampino. Meloni ne ha poi parlato pubblicamente dopo le dichiarazioni alla stampa con il segretario generale della Nato, in visita a Roma: “Stoltenberg mi perdonera’ se faccio una cosa irrituale, ma come avrete saputo Alessia Piperno sta tornano a casa, volevo ringraziare i nostri servizi di intelligence, il sottosegretario Mantovano, e il ministero degli Esteri per il lavoro straordinario e silenzioso per riportare a casa questa ragazza”. Piperno era arrivata in Iran dal Pakistan da turista. Si era trovata a Teheran nei giorni in cui sono scoppiate le manifestazioni contro l’uccisione (il 16 settembre) della 22enne curda, Mahsa Amini, in custodia della polizia per la morale che la accusava di non indossare correttamente il velo. Sul suo account Instagram, ora da 60 mila follower, Alessia aveva pubblicato post di sostegno alle proteste, che col passare dei giorni, nonostante la dura repressione, si facevano solo piu’ intense e vaste con la richiesta di maggiori liberta’ e la fine della Repubblica islamica.

Tra le ipotesi del suo arresto, quella di un blitz nell’ostello in cui – secondo le autorita’ iraniane – potevano trovarsi alcuni manifestanti o organizzatori delle manifestazioni. Due giorni dopo il fermo della viaggiatrice italiana, il 30 settembre, l’intelligence di Teheran aveva comunicato l’arresto di nove stranieri, durante le proteste: tedeschi, francesi, polacchi, italiani, svedesi e olandesi. Il padre di Alessia, Alberto Piperno, ha sempre negato che la figlia fosse mai scesa in piazza. Il sospetto e’ che, come in altri casi che hanno visto tristemente protagonisti soprattutto persone con doppia cittadinanza, Teheran possa usare detenuti stranieri come strumento di leverage su diversi piani e dossier. L’Iran “e’ un Paese sicuro per tutti i viaggiatori stranieri, nessuno verra’ disturbato. Pero’, tutti devono rispettare le nostre regole”, avevano fatto sapere, ai primi di ottobre, il portavoce del ministero degli Esteri. Berlino, molto critica di recente contro la repressione delle manifestazioni tanto da chiedere sanzioni Ue, aveva dato l’avviso ai suoi connazionali di lasciare il Paese per il “pericolo concreto di arresti arbitrari”. La Francia, anche lei molto esplicita nella condanna del regime, non ha ancora visto la scarcerazione di cinque connazionali detenuti in Iran. Proprio nei giorni del monito agli stranieri, pero’, il rilascio di Alessia sembrava vicino: l’ambasciata italiana in Iran era riuscita a contattarla e si era aperto un canale di comunicazione con le autorita’, dopo giorni di silenzio e di mancanza di notizie ufficiali. Tutto si e’ poi complicato, dopo i gravi disordini scoppiati nel carcere di Evin – dove sono detenuti anche i prigionieri politici – nella notte del 15 ottobre, in seguito a un grosso incendio, le cui cause e circostanze sono ancora da chiarire. Il caso Piperno e’ stato subito una priorita’ per il governo Meloni: all’indomani del suo insediamento, il 23 ottobre, il neo ministro degli Esteri, Antonio Tajani, aveva subito telefonato al padre di Alessia per rassicurarlo dell’impegno della diplomazia nella liberazione della figlia. La grande pressione internazionale – soprattutto da Usa e Canada, ma anche dalla Ue – sul regime iraniano per mettere fine alla repressione delle proteste hanno reso di certo piu’ complesso trattare la liberazione della blogger, nonostante i rapporti cordiali tra il nostro Roma e Teheran.

Potrebbe aver giocato a favore di una felice conclusione del caso anche il fatto che l’Italia, tra i Paesi europei, sia stata quella che ha tenuto i toni piu’ bassi nei confronti dell’Iran in questi ormai due mesi di proteste e repressione. La posizione di Roma e’ stata evidentemente apprezzata, se il nuovo ambasciatore della Repubblica islamica in Italia, Mohammad Reza Sabouri, nel suo primo messaggio il 31 ottobre ha parlato di “calorosa amicizia”, il cui “approfondirsi pero’ genera insoddisfazione e malcontento presso alcuni regimi e governi, i quali non mancano, creando ostacoli, di tentare di indebolire i legami tra i nostri Paesi e i nostri popoli”. Da sottolineare che l’annuncio della liberazione di Piperno e’ stato preceduto, di poche ore, da una telefonata tra Tajani e il suo omologo, Hossein Amirabdollahian, che si e’ congratulato per la sua nomina e auspicato un “ampliamento delle relazioni politiche, economiche e culturali tra i due Paesi”. Nella nota diffusa dal ministero degli Esteri iraniano sui contenuti del colloquio, si riferisce che “sono state discusse le recenti evoluzioni delle relazioni bilaterali, internazionali e regionali”. Il ministro iraniano, prosegue il comunicato, “ha aggiornato circa l’attuale stato del negoziato volto a revocare le sanzioni e la cooperazione tra l’Agenzia internazionale per l’energia atomica e l’Iran”. “Il ministro degli Esteri italiano Tajani ha dichiarato che Iran e Italia sono gli eredi di antiche civilta’ e possono avere relazioni estese e crescenti. Ha inoltre sottolineato l’importanza del ruolo della Repubblica islamica dell’Iran nel promuovere la pace e la stabilita’ nella regione dell’Asia occidentale e che l’Italia fara’ ogni sforzo per raggiungere un accordo che soddisfi gli interessi di tutte le parti”. La liberazione e’ frutto di un “intenso lavoro diplomatico”, hanno commentato il ministro della Difesa, Guido Crosetto e il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. La liberazione di Alessia Piperno, ha dichiarato all’AGI il portavoce di Amnesty International Italia Riccardo Noury, “e’ una bellissima notizia, la prima da quando in Iran e’ iniziata la sanguinosa repressione delle proteste. Grazie a tutti coloro che hanno favorito la sua scarcerazione. Chiediamo al governo italiano di continuare a seguire da vicino quanto sta accadendo in Iran, dove i morti sono gia’ 250 e vengono emesse le prime condanne all’impiccagione contro manifestanti pacifici”.

 

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