Omicidi Fidene: Campiti non pagava i contributi al Consorzio da 7 anni, due decreti ingiuntivi

Sul quotidiano britannico "The Telegraph" si parla di Silvio Paganini, l'imprenditore eroe che è rimasto ferito al volto per fermare il killer

Il bar "Posto giusto" a Fidene dove ieri si è verificata la sparatoria.

Da sette anni Claudio Campiti non pagava i contributi al Consorzio Valleverde e aveva un decreto ingiuntivo per 1.700 euro. Lo ha detto agli inquirenti la presidente del Consorzio rimasta ferita lunedì mattina nell’aggressione a mano armata costata la vita a tre donne in via Colle Giberto in zona Fidene a Roma.

La presidente ha raccontato anche di un secondo decreto ingiuntivo, anche questo rimasto non pagato. Lo si apprende dal decreto di fermo della procura capitolina, dove si parla anche delle attività del killer nel poligono di tiro di Tor Vergata: “Trenta colpi sul bersaglio su 30 sparati” è il miglior risultato raggiunto da Claudio Campiti, si legge nel decreto.

Dallo stesso documento si apprende anche che l’uomo indagato per triplice omicidio e triplice tentato omicidio dal 9 novembre 2019 ha un diploma di idoneità al maneggio delle armi corte. Ieri mattina “Ha chiesto espressamente una Glock calibro 45 che aveva già operato in passato” al poligono di tiro. Lo ha raccontato agli investigatori un testimone, ma “non si è visto sulla linea di tiro”.

Intanto il quotidiano “The Telegraph” riprende alcune dichiarazioni di Silvio Paganini, l’imprenditore che  è rimasto ferito al volto da un colpo di pistola mentre affrontava l’autore della sparatoria di Fidene. “Stava urlando ‘siete tutti mafiosi, vi ammazzo tutti. Sono stati momenti di puro terrore. Claudio Campiti (l’assassino) ha sparato il suo primo colpo, poi un secondo che ha ucciso una donna, poi un altro colpo a una terza donna. A quel punto l’ho visto girarsi verso di me. Gli sono saltato addosso. Avrebbe potuto uccidermi”, riporta il quotidiano britannico.

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