Allarme pedopornografia nel Lazio, oltre 280 casi nel 2022

90 casi sono di adescamento e abusi su minori, 176 casi di sextortion, con incremento rispetto all’anno precedente di 56 casi. I dati del resoconto delle attività del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica

Sono stati oltre 280 i casi di pedopornografia trattati nel Lazio nel corso del 2022. È quanto emerge dal resoconto delle attività del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per il Lazio. Tra gli oltre 280 casi, 90 casi sono di adescamento e abusi su minori, 176 casi di sextortion, con incremento rispetto all’anno precedente di 56 casi. Sono state avviate numerose indagini, che hanno portato all’esecuzione di 95 perquisizioni, all’arresto di 12 persone ed alla denuncia in stato di libertà di 105 soggetti indagati a vario titolo per i reati di adescamento di minori, di detenzione e diffusione di materiale pedopornografico e sextortion; Nel corso di tale attività sono stati esaminati 15.552 spazi virtuali procedendo al sequestro di oltre 11.486 gigabyte di contenuti multimediali di illecita natura.

Di seguito alcune delle indagini più significative condotte dal Centro operativo per il Lazio.

Operazione Gran Bretagna: a seguito dell’attività investigativa scaturita dalla segnalazione del collaterale Britannico relativa ad una chat in lingua inglese nella quale un utente Kik denominato “daddy74rm” manifestava interesse sessuale nei confronti dei minori e allo scopo di essere inserito in una chat ristretta di scambio di materiale pedopornografico inviava delle foto di mutandine da bambina, veniva individuato un soggetto già condannato per il reato di detenzione di ingente quantitativo di materiale pedopornografico. La successiva attività di perquisizione consentiva di accertare oltre la detenzione anche la produzione di immagini e video pedopornografici utilizzando la figlia minore di 8 anni. L’indagato, dopo aver occultato una telecamera, con la scusa di aiutarla a fare la doccia, la riprendeva nuda, posizionandola sempre a favore dell’obiettivo per meglio riprendere i genitali. Successivamente con appositi programmi di editing provvedeva ad eliminare i volti di entrambi al fine di non essere riconoscibile nei set di immagini che produceva. L’attenta comparazione del contenuto dei file con gli indumenti della figlia e la biancheria da letto rinvenuti in casa, nonché con le foto degli ambienti domestici permettevano di identificare i soggetti ritratti.

Operazione Kik: a seguito dell’attività investigativa scaturita da una segnalazione, veniva individuato un soggetto resosi responsabile del caricamento di alcuni file pedopornografici sulla piattaforma Kik. Durante l’esecuzione dell’attività di perquisizione informatica, il soggetto veniva trovato in possesso di 160 file video e 24 file immagine custoditi all’interno di un hard disk portatile di tipo Usb, rinvenuto sulla scrivania in camera da letto dell’indagato e collegato al notebook che ne consentiva una rapida e immediata fruibilità da parte dell’indagato. L’uomo è stato arrestato.

Operazione “Famiglie da abusi”, svolta dal Servizio Centrale in modalità sotto copertura nell’ambito del contrasto alla pedopornografia online sul gruppo Telegram “Famiglie da Abusi” e condotta dai Centri Operativi Sicurezza Cibernetica di Roma, Bologna, Milano, Napoli e Catania, coordinati dal Cncpo del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, ha consentito di arrestare 5 persone ritenute responsabili di diffusione e detenzione di materiale di sfruttamento sessuale di minori online. Gli indagati appartenevano a una comunità ristretta dedita allo scambio di materiale pedopornografico, anche autoprodotto dagli stessi partecipanti.

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