Bandiere, striscioni, fumogeni e fischi con gli attivisti che urlano: “No all’inceneritore”, colpendo i bidoni della raccolta differenziata come dei tamburi. Ieri a Roma si è tenuta una manifestazione contro il termovalorizzatore in piazza della Madonna di Loreto. La protesta, doveva inizialmente tenersi in piazza del Campidoglio, ma è stata spostata per via della visita degli ispettori del Bie, per la candidatura di Roma a Expo 2030.
In piazza, insieme ai manifestanti, sono presenti diversi esponenti politici: dai sindaci della provincia di Roma a diversi consiglieri capitolini. Sventolano in piazza le bandiere del Movimento cinque stelle, Legambiente, Cgil Roma e Lazio, Vas, e del comitato “No inceneritore” di Santa Palomba. Diversi bidoni della raccolta differenziata sono stati disposti sulla piazza. Alcuni striscioni si alternano alle bandiere: “no all’inceneritore”, “energia da rifiuti? No grazie”. Infine, alcuni militanti hanno mostrato anche alcuni cartelli: “L’inceneritore produce più rifiuti di quanto ne brucia”, recita uno. “La crisi climatica è arrivata. Siccità riscaldamento globale eventi estremi, smettiamo di bruciare “, un altro. E ancora “chiamalo inceneritore, non termovalorizzatore”.
“Oggi questo è un presidio per impedire la realizzazione del progetto dell’inceneritore da 600mila tonnellate, non è che oggi stiamo costruendo un’alleanza”, ha detto il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte. “Ovviamente più ci si ritrova su battaglie comuni, più si creano i presupposti per un percorso con condivisione di obiettivi. Ma non è che le alleanze si decidono a tavolino una volta per tutte. Questa prospettiva non ci porterebbe da nessuna parte. Gli elettori non vogliono questo, vogliono risultati concreti. E se condividiamo risultati concreti e se c’è condivisione si può creare un percorso, in prospettiva”, ha concluso Conte