Il Re Carlo III e la Regina Camilla sono stati incoronati in una solenne e sfarzosa cerimonia nell’Abbazia di Westminster durata poco più di un’ora e mezza, la metà della precedente incoronazione di Elisabetta II. La funzione religiosa, nel corso della quale Re Carlo III è diventato il 40esimo sovrano britannico a essere incoronato dal 1066, è iniziata oggi alle 11 locali, davanti a circa 2.300 invitati. Dopo una processione in carrozza sotto la pioggia da Buckingham Palace, il sovrano e la moglie, vestiti da cerimonia color avorio e strascichi rossi, hanno varcato in pompa magna le porte dell’Abbazia per essere incoronati dall’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby. Dopo il “riconoscimento”, in cui il re è stato riconosciuto e presentato al popolo in una tradizione che ha origini anglossassoni, il sovrano ha giurato su una Bibbia di sostenere le leggi dei suoi regni, dispensare la giustizia e sostenere la religione protestante. Il re ha poi baciato la Bibbia prima di firmare il suo giuramento.
L’arcivescovo ha posto quindi la corona di Sant’Edoardo sul capo del re, sancendo l’incoronazione vera e propria. Carlo III ha indossato la corona di Sant’Edoardo per l’unica volta nella sua vita. La corona che pesa 2 chili prende il nome da una versione molto più antica realizzata per il re e santo anglosassone, Edoardo il Confessore, e si dice che sia stata usata durante le incoronazioni dopo il 1220 fino a quando Cromwell non la fece fondere. Re Carlo III è solo il settimo monarca ad averla indossata dopo Carlo II, Giacomo II, Guglielmo III, Giorgio V, Giorgio VI ed Elisabetta II che la indossò per l’ultima volta alla sua incoronazione nel 1953.
Al termine dell’intronizzazione la regina Camilla è stata a sua volta unta, incoronata e intronizzata, con una cerimonia più semplice nella quale non ha dovuto prestare giuramento. Sul capo della regina è stata posta la corona della regina Mary, realizzata per la prima volta per l’incoronazione della regina Mary insieme a Giorgio V, nel 1911, ma modificata con i diamanti Cullinan III, IV e V. Ora pesa 590 grammi.
Graziati da un caldo sole mediterraneo tardo-primaverile, a differenza dei sudditi nella piovosa Londra, circa 600 invitati hanno animato oggi a Villa Wolkonsky, residenza romana dell’ambasciatore britannico Edward Llewellyn, il picnic in puro stile inglese per l’incoronazione di Carlo III. Accolta da quattro suonatori di cornamusa in abiti tradizionali scozzesi – ma tutti italiani -, una variopinta e rilassata folla, con intere famiglie con bambini, gruppi di amici per lo più britannici ma anche italiani e di altre nazionalità, invitati in quanto “amici del Regno Unito”, hanno affollato il parco della residenza, disseminato di stuoie e coperte da picnic, seggiole pieghevoli ma anche poltroncine in vimini e panchine in legno. Seduti o sdraiati sul prato all’ombra di pini e cipressi davanti al maxischermo gli ospiti hanno seguito in diretta sulla Bbc le processioni e la cerimonia. Fra gli alberi svolazzavano festoni di Union Jack alternati a bandierine con il logo del Coronation Day, mentre piccole Union Jack fatte a maglia avvolgevano ii tronchi dei pini, donate dall’associazione benefica Il Gomitolo d’Oro, dedita alla sofferenza mentale, che ha anche esibito una corona sul modello di quella di Sant’Edoardo, in lana. Per chi ne fosse sprovvisto, la birra veniva servita a un bancone. L’atmosfera informale ha lasciato spazio alla cerimonia quando tutti si sono alzati in piedi in silenzio nel momento in cui la corona, alle 13.01 italiane, si è posata sul capo del sovrano: momento a cui ha fatto seguito un applauso.
Tutti di nuovo in piedi quando da Westminster Abbey è stato intonato “God Save the King”, nuovo applauso. “E’ stato veramente emozionante. Non credevo che mi sarei emozionato così”, confessa Douglas, scrittore, cittadino canadese da sei anni in Italia. “Abbiamo aspettato tanto, che bello assistere qui, al sole”, chiosa Sally. “E’ stato un piacere avervi qui oggi per questo picnic al 100% britannico, ma senza la pioggia. Abbiamo voluto condividere questo momento qui non solo con la nostra famiglia britannica, ma anche con i nostri amici italiani”, ha dichiarato, a cerimonia conclusa, l’ambasciatore Edward Llewellyn, ricordando che il re “ama tanto questo Paese”, prima di chiamare un brindisi, seguito dai rituali “Hurray!” degli invitati. A margine della festa, Llewellyn ha detto ai giornalisti che la cosa che più lo ha emozionato, oltre al fatto che fosse la prima incoronazione in 70 anni, è stata la presenza alla cerimonia solenne di rappresentanti di altre religioni. Al termine l’ambasciatore ha premiato quattro alunni di una scuola per un concorso di disegni della corona.