Mostre: Fendi presenta all’Eur “Il Grande Teatro” di Arnaldo Pomodoro

Per la prima volta presso il Colosso Quadrato, sede romana di Fendi, imponenti sculture trionfano nei grandi saloni, riempendo lo spazio interno ed esterno e attirando l’attenzione meravigliata dei visitatori.

Fino al 1° ottobre 2023 sarà possibile ammirare gratuitamente i capolavori di Arnaldo Pomodoro, uno degli artisti più importanti e apprezzati del ‘900, presso i grandi ambienti del ‘’Palazzo della Civiltà Italiana’’ all’Eur, per iniziativa di Fendi in collaborazione con la Fondazione Arnaldo Pomodoro.

 

Sul palcoscenico del cosiddetto ‘’Colosseo Quadrato’’, sede romana del noto brand della moda, come personaggi di uno spettacolo teatrale,  vanno in ‘’scena’’ circa 30 opere realizzate dall’artista tra la fine degli anni Cinquanta e il 2021. Ne deriva un ampio excursus della sua arte intensa, profondamente vissuta, in cui la realtà viene trasfigurata dalle inquietudini dell’esistere e dalla ricerca continua della comprensione della profondità complessa delle cose. Così dentro le forme perfette delle sue opere di forma geometrica è visibile e resa concreta attraverso uno squarcio la scoperta della complessità dell’esistere, come vediamonel “Il cubo” e in altre opere divenute celebri ed esemplificative dell’arte di Pomodoro.

Il teatro diviene lo spettacolo dell’esistenza umana e ai quattro angoli esterni dell’edificio, in cima all’imponente scalinata, il visitatore è accolto dalle sculture “le Forme del mito” del 1983 con Il potere (Agamennone) e La macchina (Egisto), mentre agli angoli opposti vi sono L’ambizione (Clitennestra) e La profezia(Cassandra).

In questo modo spazi interni ed esterni dialogano richiamandosi a vicenda e ricordando come per Pomodoro le opere debbano vivere “di un proprio spazio entro lo spazio maggiore dove si vive e ci si muove.” L’opera d’arte è “come una creatura vivente, che muta nel volgere della luce e delle ombre, ma anche nell’incontro con le persone, creando un inconsueto dialogo tra opera e fruitore.”Secondo l’artista inoltre “l’opera diventa un patrimonio di tutti e acquista una valenza testimoniale del proprio tempo: riesce a improntare di sé un contesto e lo arricchisce di ulteriori stratificazioni di memoria”.

Di grande impatto e pienamente inserite nei grandi saloni in marmo del Palazzo, sono le due opere monumentali Le battagliedel 1995 in fiberglass e polvere di grafite, quindi di color nero, di forma parallelepipeda (con un’altezza di 320 cm per una lunghezza di 1200 cm) a cui si oppone quasi frontalmente e cromaticamente l’opera Movimento in piena aria e nel profondo in fiberglass bianca e curvilinea quasi delle stesse dimensioni imponenti.

A fare da raccordo tra le due sale l’opera Rotativa di Babilonia del 1991, che pur essendo collocata all’esterno è perfettamente visibile dall’interno e suggerisce nella forma l’idea di un movimento ciclico e continuo sia nel tempo che nello spazio, e con i suoi ideogrammi incisi delle antiche civiltà rappresenta idealmente il pensiero più profondo di Arnaldo Pomodoro: attualizzare il passato nel futuro in una continua e perenne rilettura.

In questa mostra sono esposti per la prima volta documenti di archivio come progetti, modellini, disegni, allestiti all’interno di bacheche e cassettiere apribili dal visitatore alla scoperta di un’artista che ha attraversato il secolo XX ed è entrato nel XXI sempre con grande entusiasmo e desiderio di rinnovarsi e di capire la realtà presente, tanto che, se pur novantenne, ritiene ancora fondamentale la frequentazione di giovani artisti nella sede della sua Fondazione Arnaldo Pomodoro a Milano.

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