Rifiuti, ecco quali sono gli errori del Tar sull’inceneritore a Roma

"Alcuni giorni fa il Tar Lazio (sent. n. 12165/23) ha dichiarato "destituiti di fondamento" i numerosi e corposi ricorsi presentati contro la realizzazione di un termovalorizzatore da 600.000 t/anno per i rifiuti di Roma.

“Alcuni giorni fa il TAR Lazio (sent. n. 12165/23) ha dichiarato “destituiti di fondamento” i numerosi e corposi ricorsi presentati contro la realizzazione di un termovalorizzatore da 600.000 t/anno per i rifiuti di Roma. La motivazione di questa bocciatura è racchiusa in poche righe e si basa solo sulla sentenza della Corte Europea di giustizia (n. 305) che nel 2019 ha avallato il decreto “sblocca Italia” di Renzi il quale qualificava gli inceneritori “infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale”. In entrambi i casi, infatti, si discuteva soprattutto della conformità dei termovalorizzatori alla “gerarchia dei rifiuti” elaborata dalla Unione europea la quale si propone “l’obiettivo principale di stabilire un ordine di priorità che riduca al minimo gli effetti nocivi sull’ambiente e ottimizzi l’efficienza delle risorse nella prevenzione e nella gestione dei rifiuti”, stabilendo che al primo posto c’è la prevenzione (il miglior rifiuto è quello che non viene prodotto), al secondo il riutilizzo e il riciclaggio, al terzo i termovalorizzatori e all’ultimo lo smaltimento “bruto” nell’ambiente attraverso discariche ed inceneritori senza recupero di energia”; riporta il quotidiano Il Fatto Quotidiano.

“Il Tar, quindi, in base a questa sentenza, deduceva che “è con riferimento al complesso delle normative e degli atti di pianificazione della gestione dell’intero ciclo dei rifiuti che deve apprezzarsi e valutarsi il rispetto dei criteri direttivi eurounitari”, tanto più che “la gerarchia dei rifiuti costituisce un obiettivo che lascia agli Stati membri un margine di discrezionalità, non obbligando questi ultimi a optare per una specifica soluzione”. Ma la sentenza della Corte, in realtà, dice esattamente il contrario. Essa, infatti, precisa che “il fatto che una normativa nazionale qualifichi gli impianti di incenerimento dei rifiuti come ‘infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale’ non significa che il legislatore nazionale abbia ritenuto di non seguire le indicazioni derivanti dal principio della ‘gerarchia dei rifiuti’, quale previsto dalla direttiva rifiuti”. Aggiungendo che “il fatto che una normativa nazionale qualifichi gli impianti di incenerimento dei rifiuti come ‘prioritari’ non può significare che le relative operazioni di trattamento (…) si vedano attribuire un qualsiasi grado di priorità rispetto alle altre operazioni di prevenzione e gestione dei rifiuti” (…)”, si legge nell’articolo.

“(…) il piano previsto per i rifiuti romani “si pone in palese contrasto con il principio di gerarchia nella gestione dei rifiuti, in quanto incentrato sulla previsione della realizzazione di un termovalorizzatore dimensionato sul volume di 600.000 tonnellate annue, che cumulate con quelle del termovalorizzatore in esercizio di San Vittore, profilano una soluzione relativa complessivamente a 800.000 tonnellate annue, ossia poco meno della metà della produzione di rifiuti attuale pari a 1.690.000 t/a. e circa all’80% di rifiuti da gestire nello stato di fatto”. Dove appare di solare evidenza che, proprio alla luce della situazione complessiva relativa ai rifiuti romani, il termovalorizzatore di 600.000 t/anno, contrariamente ai dettami comunitari, non è affatto visto come opzione residuale ma come soluzione principale. Né compie alcuna valutazione rispetto al piano rifiuti previsto per Roma (che pure viene riportato). In conclusione, a nostro sommesso avviso il Tar Lazio, con questa sentenza, ha eluso la questione sostanziale di merito e cioè la legittimità della scelta di un termovalorizzatore da 600.000 t/anno, adottata senza prima dettare norme per limitare all’origine la formazione di rifiuti e senza verificare il presupposto necessario per il riciclaggio, e cioè una corretta ed efficiente raccolta differenziata (che a Roma registra punte di caduta vergognose). Solo dopo aver attuato a pieno queste scelte prioritarie, infatti, si potrà pensare a termovalorizzatori e discariche”, scrive il Fatto Quotidiano.

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