Una corsa contro il tempo e un lavoro serrato del Comune di Roma per evitare che la Metro C rimanga senza treni. È questa la sintesi – brutale e allarmante – sul presente e sul futuro della terza metropolitana della Capitale. La partita – durissima – si gioca su due campi differenti. Il primo è quello degli annunci ufficiali e dei disagi immediatamente visibili all’utenza. Il riferimento è allo stop ai treni negli scorsi fine settimana a causa di interventi straordinari per revisionare gli scambi, con la lin ea che è stata servita da navette sostitutive. Il secondo è quello sotterraneo, meno visibile e sicuramente più preoccupante in proiezione futura. Un campo che viene esplorato durante le commissioni mobilità, dove spesso le dichiarazioni esplicite lasciano spazio al non detto e alle interpretazioni tra le righe. A quest’opera di decifrazione si è occupato Salviamo la Metro C, comitato sempre attento alle vicende che riguardano la terza metro capitolina e tutte le infrastrutture “su ferro” del tpl di Roma.
“Come emerso durante la commissione mobilità del 17 gennaio, oggi non sappiamo dire quando le frequenze della Linea C potranno migliorare diventando quelle di una metropolitana. Sul fronte dell’acquisto di nuovi treni, già finanziati, la situazione è più delicata: l’assessore Patanè ha spiegato che la trattativa tra l’Amministrazione, di concerto con la Commissaria, e il General Contractor è ancora in corso, con l’Amministrazione che non intende accettare l’aumento dei costi non ricorrenti presentato da Hitaci – spiega Salviamo la Metro C – Patanè ha dichiarato, inoltre, che è stata fatta un’ultima proposta e qualora non dovesse arrivare una risposta in grado di tutelare l’interesse pubblico delle spese, verranno percorse strade alternative. Mentre, fronte revisione parco rotabile, Atac fa sapere genericamente che il programma è stato da poco varato”.
Secondo il comitato, tuttavia, sarebbero troppi gli interrogativi rimasti insoluti dalla commissione, in primis se siano iniziate o meno le revisioni intermedie e se sia iniziato il recupero di due treni, fondamentali per garantire una frequenza stabile di 8 minuti.
“La frequenza prevista di 8 minuti, sempre nella migliore ipotesi che si riesca a garantirla stabilmente, sarà un’offerta di trasporto di fatto dimezzata rispetto a quella erogabile con la frequenza di 4,5 minuti, il limite raggiungibile con l’infrastruttura attestata a Colosseo – conclude Per comprendere meglio il paradosso, Roma è, dunque, come un assetato seduto su un pozzo d’acqua che non può utilizzare”.
Sui social tanti utenti hanno espresso il proprio disappunto verso le problematiche – ormai sistemiche – della Linea C. C’è chi sostiene che quella di 8 minuti sarebbe una frequenza accettabile per un bus o per un treno urbano nell’ora di punta, non per una metropolitana. E chi rimarca il paradosso di una metro, la C, che ha un bacino di utenza enorme, che arriva fino ai Castelli Romani e i cui disagi costringono i pendolari a viaggiare congestionati sui bus di Cotral.