Un gruppo di ragazzi, ripresi da una videocamera di sorveglianza, avrebbero urlato e scritto frasi omofobe all’ingresso del Gay Center di via Zabaglia, nel quartiere di Testaccio di Roma. I giovani avrebbero anche preso a bastonate l’ingresso. A darne notizia il Pd di Roma.
“Piena solidarietà al Gay Center di via Zabaglia, a Testaccio. Sono vergognose le immagini di una videocamera di sorveglianza che hanno ripreso un gruppo di ragazzini urlare e scrivere frasi omofobe e prendere a bastonate l’ingresso del centro”, dichiara la capogruppo del Partito democratico in Campidoglio Valeria Baglio e il consigliere capitolino Pd Yuri Trombetti. “Comportamenti inaccettabili che rivelano quanto i pericoli della discriminazione siano più attuali e diffusi di quanto si pensi. Ci auguriamo che gli autori di questi gesti vengano individuati. Oggi la nostra solidarietà va agli attivisti del Gay Center e a tutta la comunità Lgbtq+”, conclude la nota del Pd.
“Esprimo la più ferma condanna contro gli atti vandalici e le scritte ai danni del Gay Center a Roma. Lo scrive su Facebook il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca. “Attacchi che presentano chiari indicatori di odio omofobo da parte di un branco di giovanissimi. Urge incrementare l’educazione al rispetto e all’accettazione dell’altro, nel Lazio così come in tutto il Paese”, conclude Rocca.
E’ inaccettabile “l’attacco subito da Gay Center. Un branco di ragazzini ha preso a mazzate il muro arcobaleno della sede di via Nicola Zabaglia, urlato insulti e scritto frasi discriminatorie. Scene di un’arretratezza culturale incredibile: la stessa arretratezza a cui alcuni ammiccano per racimolare voti, creando cosi’ questo clima di violenza”. Lo dichiara, in una nota, il consigliere capitolino del M5s, Paolo Ferrara. “Massima solidarieta’ alle persone colpite da queste intimidazioni. Se davvero il Campidoglio e’ attento alle tematiche dell’inclusione, mi auguro che metta in campo per loro adeguate politiche di sostegno. Lo stesso dovrebbe fare il Governo, prendendosi finalmente le sue responsabilita’”, conclude Ferrara.
