Arriva a Roma il call center virtuale per gestire i servizi comunali. Il nuovo operatore telefonico virtuale, realizzato con l’intelligenza artificiale, è stato presentato stamattina dall’Agenzia comunale per il controllo della qualità dei servizi pubblici locali (Acos) nell’ambito della “Future week”.
L’operatore virtuale è in grado di dialogare e interagire perfettamente con l’utente e di svolgere anche 2 mila telefonate in cinque minuti. L’utente può accettare o rifiutare, rispondendo “Sì” o “No”, di partecipare al sondaggio dopo che l’operatore si è qualificato come virtuale.
“È un sistema di intelligenza artificiale che chiama le persone per effettuare sondaggi”, ha spiegato Fabio La Manna, consulente Intelligenza artificiale per Acos. “Sostituisce in tutto e per tutto – ha aggiunto – il call center dedicato ai sondaggi di qualità. Il sistema può ricevere le chiamate ma anche effettuarle. Metteremo a disposizione un numero di telefono per gli utenti che vogliono effettuare una segnalazione. L’utente può anche chiamare una serie di numeri che mettiamo a disposizione per effettuare una ricerca su un argomento specifico. Il sistema può fare anche 2mila chiamate in cinque minuti e ha un costo relativamente molto basso, soprattutto i dati sono immediatamente a disposizione dei nostri analisti e questo ci permette di potenziare i sondaggi e ci permette di farlo in ambiti nei quali non avremmo la possibilità di effettuarli”.
A novembre partirà una prima sperimentazione nell’ambito di un sondaggio sull’andamento dei servizi cimiteriali, poi l’intelligenza artificiale sarà utilizzata gradualmente anche per altre analisi. “Sarà un piccolo test per capire e poi potremo partire su larga scala sul resto dei servizi”, ha aggiunto La Manna. E in futuro non è escluso l’uso di più voci e linguaggi anche per l’accesso a informazioni riguardanti i servizi pubblici e anagrafici. “Possiamo anche clonare le nostre voci o creare un portafoglio di voci con più lingue, così si annullano le barriere linguistiche, per esempio, per gli immigrati che hanno bisogno di informazioni ma non hanno capacità di comprendere bene la lingua. Se l’operatore risponde in italiano ma l’utente, ad esempio, parla in francese, il sistema passa alla lingua dell’utente”, ha concluso La Manna.