“Un corretto trattamento diagnostico-terapeutico avrebbe consentito al paziente un periodo di sopravvivenza superiore a quanto ebbe a verificarsi. La letteratura scientifica considera il tasso di sopravvivenza a 1 anno in misura dell’80 per cento qualora l’endocardite venga tempestivamente adeguatamente trattata”. Così si legge in un passo della perizia medico-legale disposta dal gip del tribunale di Roma nell’ambito dell’incidente probatorio sulla morte del giornalista ed autore Andrea Purgatori. Secondo gli esperti nominati dal giudice l’endocardite, che ha provocato la morte di Purgatori, “avrebbe potuto essere individuata più tempestivamente, per lo meno all’inizio del ricovero dal 10 al 23 giugno del 2023, od ancora prima, nella seconda età di maggio 2023 qualora i neuroradiologi avessero correttamente valutato l’esito degli accertamenti svolti l’8 maggio”. Nel ricostruire il percorso clinica di Purgatori, rispetto al ricovero del luglio 2023, i periti spiegano come il giornalista “viene dimesso apparentemente senza visionare i risultati di un prelievo effettuato il giorno 19, dove i rileva la severa anemia che avrebbe controindicato la dimissione. Una anemia dovuta alla catastrofica sequela di errori ed omissioni a partire, per questo aspetto, dalla errata diagnosi di fibrillazione atriale, con conseguente terapia anticoagulante rivelatasi potenzialmente fatale e di fatto controindicata nelle endocarditi, e con totale oscuramento del contesto clinico complessivo”.
“I neuroradiologi indagati refertarono non correttamente l’esame di risonanza magnetica dell’8 maggio del 2023 per imperizia e imprudenza e quelli del 6 giugno e dell’8 luglio per imperizia. Il cardiologo Laudani effettuò approfondimenti diagnostici insufficienti per la ricerca della causa cardiaca dell’embolizzazione sistemica”. Lo si spiega nelle conclusioni della perizia medico-legale in relazione alla scomparsa di Andrea Purgatori. Chiamati in causa per omicidio colposo il radiologo Gianfranco Gualdi, l’assistente Claudio Di Biasi; la dottoressa Maria Chiara Colaiacomo ed il cardiologo Guido Laudani. Dopodomani, giovedì 26 settembre, il documento depositato all’attenzione delle parti negli ultimi giorni, sarà oggetto di confronto.