Roma: al via il recupero dell’Aranciera San Sisto, sarà un edificio a emissioni zero – VIDEO e FOTOGALLERY

A cento anni dalla sua edificazione, l'Aranciera diventa un modello di sostenibilità con un progetto pilota di restauro ed efficientamento energico finanziato con un investimento di 4,45 milioni di euro

Progetto di riqualificazione dell'Aranciera di San Sisto a Roma.

A cento anni dalla sua edificazione, l’Aranciera del Parco di San Sisto a Roma diventa un modello di sostenibilità con un progetto pilota di restauro ed efficientamento energico, finanziato con un investimento di 4,45 milioni di euro. La fine dei lavori della nuova Aranciera è prevista per settembre 2025.

Rispetto al piano iniziale, il progetto approvato non si limita più al solo consolidamento strutturale, ma punta a renderlo un modello pilota capace di coniugare il restauro conservativo con l’applicazione di tecnologie e soluzioni mirate alla sostenibilità ambientale. Per rendere autonomo energicamente l’edificio, è prevista anche l’installazione di vetrate capaci di alimentare un impianto fotovoltaico che avrà una produzione annua di 14 mila kilowatt l’anno, nel rispetto del disegno originale della storica copertura.

L’edificio, grazie all’utilizzo integrato di strategie energetiche passive e attive di ultima generazione e a una completa coibentazione del suo involucro, sarà in grado ridurre i suoi fabbisogni energetici del 75 per cento, di produrre, quindi, più energia di quanto ne consumerà e l’energia in esubero sarà utilizzata per l’illuminazione del parco e degli edifici circostanti. Candidata per la certificazione Leed livello oro, il massimo livello previsto dagli standard mondiali di eco-compatibilità edilizia, “l’Aranciera di Sisto sarà un edificio a emissioni zero, un caso di studio esemplare per il restauro di edifici storici in chiave di risparmio energetico”, ha spiegato l’assessora Sabrina Alfonsi.

Per enfatizzare la tipologia della serra verrà implementato un sistema di depurazione dell’aria con l’inserimento di quattro “fabbriche dell’aria”, ossia delle teche ricche di piante con grandi foglie che amplificheranno la naturale capacità delle piante di trattenere e degradare gli inquinanti organici e inorganici, per trasformarli in nutrienti per la vegetazione. Combinando diverse strategie per la climatizzazione dell’edificio, verrà utilizzata anche la tecnologia geotermica del “Pozzo Canadese”, ossia 20 cavidotti interrati che scambieranno la temperatura dell’aria con quella del terreno. Infine, è stato inserito un sistema di gronde integrate al profilo dell’edificio per il recupero e il riciclo delle acque piovane per l’irrigazione degli esemplari di piante che verranno mantenute a dimora e quelle esterne del parco del Servizio Giardini.

 

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