Un nuovo selciato composto da 150 mila sanpietrini, su un tratto di 300 metri di strada in via San Bonaventura ai Fori Imperiali da oggi accoglie i milioni di turisti e residenti che ogni anno visitano il Colosseo a Roma, passando per il Palatino. I lavori di riqualificazione, durati otto mesi da luglio a febbraio scorso, sono stati finanziati con 1,8 dei 31 milioni di fondi giubilari destinati alla riqualificazione delle pavimentazioni storiche della città. “È un percorso straordinario – ha detto il sindaco di Roma Roberto Gualtieri – un altro piccolo tassello del nostro piano sanpietrini in una via che aveva davvero bisogno di un intervento, nonostante la sua collocazione nel cuore del Palatino era degradata e piena di buche, con un misto di asfalto e sanpietrini. È stato un lavoro ciclopico, anche perché era difficile raggiungere quest’area”. Nel dettaglio il 60 per cento dei 150 mila sanpietrini proviene da altri cantieri e il 40 per cento dal recupero di quelli rimossi da piazza San Giovanni, nella fase di posa della nuova pavimentazione, e da piazza Albania e via della Piramide Cestia. “La cifra di questo intervento sta nel saper coniugare l’aspetto storico e quello ambientale, la permeabilità del suolo è stato il nostro fulcro”, ha sottolineato l’assessora ai Lavori pubblici di Roma, Ornella Segnalini. “Siamo particolarmente soddisfatti del risultato ottenuto. I lavori sono stati eseguiti con grande cura e attenzione ai dettagli, garantendo la qualità e la durabilità della pavimentazione”.
Via di San Bonaventura è un percorso pedonale sul Palatino che collega l’Arco di Costantino alla sommità del colle, attraversando un’area di rilevanza storica e archeologica. La strada, stretta tra antiche mura romane, si affaccia sul Foro Romano e sul Colosseo. Il tracciato si snoda attraverso strati di storia romana, con resti di edifici e insediamenti che testimoniano l’evoluzione del Palatino nel corso dei secoli. Lungo la via, si incontrano la Chiesa di San Sebastiano, edificata sull’antico Tempio di Elagabalo, e la Chiesa di San Bonaventura, costruita nel 1675 su una cisterna dell’Acquedotto Claudio. La strada deve il suo nome proprio all’omonima chiesa, eretta insieme a un convento francescano per volere del cardinale Francesco Barberini. Sul percorso, si trovano le edicole di una Via Crucis del XVIII secolo, volute da San Leonardo da Porto Maurizio, che visse nel convento, un’edicola sacra con la Madonna Addolorata e una croce metallica su basamento in pietra. Lungo il tracciato, si aprono portali storici come quelli degli Orti Farnesiani e di Villa Spada, offrendo ulteriori scorci sul complesso archeologico. Via di San Bonaventura, un tempo collegamento tra la Via Sacra e Via di San Gregorio, testimonia la stratificazione storica del Palatino. Il colle, cuore della Roma antica, ospitò edifici pubblici e residenze imperiali, diventando poi sede di conventi nel Medioevo. “È un intervento importante dal punto di vista dell’accessibilità al parco archeologico del Colosseo e a due tesori della città di Roma, la Chiesa di San Sebastiano e quella di San Bonaventura”, ha commentato la direttrice del parco archeologico del Colosseo, Alfonsina Russo.