Il caotico duello a distanza tra Donald Trump e Nikki Haley in Nevada – dove oggi si svolgono le primarie a cui partecipa solo l’ex ambasciatrice all’Onu mentre l’ex presidente parteciperà, sempre da solo, ai caucus – sta provocando molta confusione tra gli elettori repubblicani dello Stato.
Che in migliaia – rivela Nbcnews – stanno telefonando ai funzionari locali per chiedere perché hanno ricevuto la scheda elettorale senza il nome del loro candidato preferito – Trump nei sondaggi è intorno al 50% – senza rendersi conto che per votare per lui dovranno recarsi giovedì alle riunioni dei caucus, sulla base delle quali verranno poi attribuiti i delegati.
Trump, delegati in tasca ma è rischio bassa affluenza
L’ex presidente quindi ha già virtualmente in tasca tutti i 26 delegati del Nevada, ma questo non impedisce al suo team elettorale di guardare a questa confusionaria tappa delle primarie con preoccupazione e timore che una bassa affluenza ai caucus, inferiore a quella delle primarie di oggi per le quali hanno già votato in anticipo 50mila elettori, possa essere usata da Haley per denunciare un flop dell’avversario, da usare in vista del duello decisivo del 24 febbraio in South Carolina.
Insomma, il team di Trump teme – riporta Axios – nonostante la vittoria numerica assicurata che possa rivelarsi un boomerang in senso politico la decisione di accettare la richiesta dei repubblicani dello stato di partecipare ai caucus e non alle primarie, stabilendo che chi partecipa alle primarie non può poi partecipare ai caucus.
Caos Nevada, ecco perché
La situazione caotica è stata determinata dal fatto che l’Assemblea Legislativa del Nevada, controllata dai dem, ha accolto il calendario riformato delle primarie deciso dal Partito democratico, sostenuto da Joe Biden, di dare più rilievo al voto in Nevada – e al suo forte elettorato ispanico – trasformando il caucus, che sono gestiti dai partiti, in primarie vere e proprie, che sono organizzate dalle autorità elettorali statali.
Il cambiamento non è stato però accettato dal partito repubblicano del Nevada che a maggio ha fatto ricorso, accusando i democratici di voler “costringere i repubblicani a cambiare il modo in cui scegliamo il nostro candidato presidenziale, permettendo ad interessi esterni allo stato di interferire”. Così i repubblicani del Nevada hanno confermato i caucus per l’8 febbraio, rendendo le primarie, a cui si era già iscritta Haley, ininfluenti perché non potranno assegnare delegati da inviare alla convention.