Cambia ancora l’art. 4 del ddl sul premierato. Nell’emendamento finale, su cui è ancora atteso il via libera dei leader di partito, a partire dalla premier Giorgia Meloni, ora si legge che “In caso di revoca della fiducia al Presidente del Consiglio eletto, mediante mozione motivata, il Presidente della Repubblica scioglie le Camere. In caso di dimissioni volontarie del Presidente del Consiglio eletto, previa informativa parlamentare, questi può proporre, entro sette giorni, lo scioglimento delle Camere al Presidente della Repubblica, che lo dispone”. Ovvero, rispetto al precedente emendamento il premier eletto avrà il potere di chiedere lo scioglimento delle Camere non solo in caso di mozione motivata di sfiducia, ma anche quando dovessero mancare i numeri sulla questione di fiducia posta dal governo su un singolo provvedimento.
Il testo visionato dall’AdnKronos ribadisce poi la possibile staffetta con un secondo premier dello stesso schieramento: “qualora” il premier eletto “non eserciti tale facoltà e nei casi di morte, impedimento permanente, decadenza, il Presidente della Repubblica può conferire, per una sola volta nel corso della legislatura, l’incarico di formare il governo al Presidente del Consiglio dimissionario o a un altro parlamentare eletto in collegamento con il Presidente del Consiglio”. Il termine per la presentazione degli emendamenti al ddl in Commissione Affari costituzionali resta quello delle 12 di oggi.