Ustica, Bobo Craxi: “Mio padre avvisò Gheddafi nell”86, non prima”

In un tweet la replica a Giuliano Amato

“É già scritto anche sui libri di Storia che mio padre avvertì Gheddafi che lo avrebbero bombardato. Ma nel 1986”. Lo scrive su Twitter Bobo Craxi, con riferimento all’intervista di oggi a Repubblica di Giuliano Amato, che ricorda come fu Bettino Craxi ad avvertire il leader libico, Muammar Gheddafi, del rischio di un attentato nei suoi confronti.

Il retroscena svelato da Amato sembra ricondurre la vicenda ai fatti di Ustica, risalenti al 27 giugno dell”80. Ma il figlio dell’ex leader socialista vuole precisare che la ‘soffiata’ a Gheddafi fu un fatto successivo, di sei anni dopo.

GIOVANARDI

“Rilanciare balle cosmiche su Ustica non mi pare la cosa migliore da fare, anche perché ora gli atti che chiariscono la vicenda non sono più coperti dal segreto di Stato e tutti possono leggere le minacce dell’Olp all’Italia nei giorni precedenti alla strage del Dc-9 Itavia”, minacce “che il colonnello Giovannone segnalò da Beirut”. L’ex senatore Carlo Giovanardi, ribadisce il suo punto di vista sulla tragedia di Ustica (“fu una bomba nella toilette dell’areo”) spiegando all’AdnKronos che le parole di Giuliano Amato sono un deja-vu, già smentito da tempo e anche dai processi su presunti depistaggi, finiti in un nulla di fatto.

Per Giovanardi “bisogna comunque aspettare di capire se Amato confermerà quanto rilanciato dai quotidiani di oggi, perché lui stesso, da sottosegretario e sotto giuramento, sentito in tribunale disse cose del tutto diverse”. “Prudentemente aspetto che Amato confermi quanto scritto oggi”, sottolinea. “Parlare del mig libico di Gheddafi come obiettivo di missili francesi è una cosa tragicomica, l’aereo di Tripoli cadde infatti venti giorni prima del disastro di Ustica”, assicura. “Mi chiedo -conclude- perché le sentenze sulla strage del 2 agosto ’80 a Bologna sono sacre, mentre quelle che hanno assolto i generali dall’accusa di depistaggio per Ustica, fino in Cassazione, non hanno lo stesso valore…”.

BONFETTI

“Le parole di Amato sono molto importanti, ripercorre l’intera vicenda e mette insieme tutte le informazioni di cui la magistratura è già in possesso ma le ridice con il tono giusto di chi non può accettare che nel nostro Paese si sappia che ci hanno abbattuto un aereo civile, si sappia – ce lo dice Cossiga – che sono stati i francesi e non si riesca a ottenere la dichiarazione delle loro responsabilità”. Lo afferma all’Adnkronos Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica.

“Sono le cose che scriveva Purgatori da anni, da quella notte stessa – sottolinea – Era tutto scritto, purtroppo la magistratura non è ancora riuscita a chiudere e a mandare alla politica il segnale importante di attivarsi in maniera più forte per ottenere risposte che, da anni, vogliamo perché sappiamo che è andata così”. “Il senso dell’importanza delle parole di Giuliano Amato è ripetere che la dignità del nostro Paese sarà riconquistata solo quando sapremo chi ci ha abbattuto una aereo civile in tempo di pace”, prosegue la presidente dell’Associazione parenti vittime della strage di Ustica.

“Penso che le nostre urla di tutti questi anni evidentemente non sono bastate, ci vogliono altre urla, ci vogliono le dichiarazioni importanti e pesanti di rivendicazione di questa realtà da parte di Amato che ringrazio sentitamente – prosegue Bonfietti – Amato è stato importantissimo in questa vicenda, la sua presenza c’è sempre stata e oggi ribadisce e ripercorre tutte le pagine scritte e chiede con forza che la politica si attivi. Sono con lui, lottiamo davvero tutti insieme”.

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