Emma D’Aquino, Amore Criminale per dare forza alle donne

Prima giornalista a condurre il programma da domani su Rai3

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(di Michele Cassano) (ANSA) – ROMA, 19 OTT – Torna Amore Criminale, ogni giovedì in prima serata su Rai3, e per la prima volta alla conduzione non ci sarà un’attrice, ma una giornalista come Emma D’Aquino.
    “Sono contenta di questa nuova avventura, è sempre come fosse la prima volta – dice la conduttrice del Tg1 in un’intervista all’ANSA -. E’ un programma molto seguito e ormai storico perché va in onda dal 2007”. Si parte domani alle 21.25 con la storia di Antonia, uccisa nel 2012, a 43 anni, dal suo ex compagno, padre del suo terzo figlio. Filo conduttore del racconto è l’intervista alla figlia della vittima, Florencia, che ha creato una associazione per gli orfani di femminicidio.
    “Il caso di Antonia, a differenza di altre situazioni in cui emerge la debolezza caratteriale della donna, non presenta questo aspetto – commenta D’Aquino -. Lei era una donna forte, ma ha avuto la sfortuna di incontrare quest’uomo. E’ diventata vittima delle sue bugie, ma quando le ha scoperte, ha avuto la forza di reagire”. Ogni puntata è dedicata al ricordo di una vittima di femminicidio la cui storia viene ricostruita approfondendo sia gli aspetti psicologici che quelli giudiziari.
    “Di storie purtroppo ce ne sono tante – racconta la conduttrice -. A luglio ero a Torino, dove c’è lo studio di registrazione, e in 11 giorni di lavoro ci sono stati tre femminicidi. Sapevo già che la media è uno ogni tre giorni, ma quando ti occupi di questo argomento fa ancora più impressione. Scegliamo la storia anche in base al tipo di racconto, ma si tratta sempre di casi abbastanza definiti”.
    Il format non cambia, con un docufilm narrato dalla stessa Emma D’Aquino che racconta vicende attraverso le quali la trasmissione porta avanti da 15 anni una battaglia di denuncia sociale e una campagna di sensibilizzazione. “Arrivano tantissime mail alla casella di Amore Criminale – racconta la conduttrice -. Alcune sono commoventi: le donne ci ringraziano per averle aiutate a capire che nella storia che stavano vivendo c’era qualcosa di sbagliato. Ci ringraziano e ci spronano a continuare. Questa è la funzione del servizio pubblico”. (ANSA).
   

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