"Noi a centro processo" dice a vigilia appello Perugia
(ANSA) – PERUGIA, 16 GEN – “Io e mia figlia abbiamo vissuto
per quasi quattro giorni l’incubo di un arresto e la violenza
della deportazione in un Paese la cui brutalità dittatoriale è
stata appena ricordata al mondo intero”: a dirlo è Alma
Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Muktar Ablyazov, alla
vigilia del processo d’appello che comincerà domani davanti alla
Corte d’appello di Perugia. “Al momento del mio rapimento nel
maggio 2013, mio marito era un rifugiato politico in
Inghilterra. Questo è indiscutibile” aggiunge parlando con
l’ANSA. “Non è mio marito ad essere al centro di questo
processo, ma io e mia figlia” sottolinea (ANSA).