Salvini: svelati i segreti della sua vittoria sui social

Dal Rosario, ai selfie, Giacomo Bruno, esperto di marketing ed editore, ci spiega lo schema che ha reso possibile la vittoria, online, del Capitano.

Il ministro dell’Interno e vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, ha vinto le elezioni europee, anche e soprattutto, grazie ai social. Il leader della Lega, infatti, si è imposto scegliendo la stessa strategia che ha sempre utilizzato il Movimento 5 Stelle, applicando però un particolare schema.

A rivelarlo è Giacomo Bruno, Presidente della Bruno Editore, noto “book influencer” ed esperto di marketing che, in un’analisi sul voto, ci spiega la strategia del ministro dell’Interno.

Innovare, porta al successo
“Salvini ha usato lo stesso schema che noi utilizziamo per lanciare i nostri libri e portarli a diventare Bestseller Amazon: ovvero i canali social. L’editoria tradizionale, come dico spesso, sta morendo perché si ostina a vendere i libri con metodi vecchi e canali che ormai non funzionano più.

Allo stesso modo tanti politici non si sono adeguati al mondo social. Il vicepremier, invece, ha scelto di innovare la propria comunicazione con una precisa strategia online. Una scelta che si è rivelata vincente”.

Ogni epoca ha il suo strumento di persuasione
“Durante l’epoca delle televisioni, a partire dagli anni 90 e fino al 2000, grazie all’utilizzo delle sue reti Mediaset, Berlusconi è riuscito a imporsi politicamente perché era, mediaticamente,  il leader indiscusso. Successivamente con l’avvento di Internet il successo è passato nelle mani di Beppe Grillo e del suo movimento, gli unici a utilizzare il web per comunicare con le persone. Dal 2018, invece, nel periodo dei social, vince Salvini anche grazie i suoi selfie a tavola. Perché oggi, sui social,  si deve comunicare raccontando il quotidiano, ‘parlando’ alla pancia degli elettori”.

Il Rosario
“Ricordate, giorni fa, la polemica per il rosario nelle mani di Salvini? Ebbene quella è un’abile operazione di comunicazione. Alla recita del rosario è connessa la possibilità di ottenere un’indulgenza, una preghiera destinata a ogni persona che vuole ricevere grazie e consolazioni per sé o per altri. Un messaggio simbolicamente molto forte anche a livello subliminale che Salvini ribadisce in conferenza stampa: ‘chi sta lassù non aiuta Matteo Salvini e la Lega ma l’Italia e l’Europa’. Come a dire, lui sta pregando e agendo per il nostro bene”.

Il selfie mangereccio perché sono uno di voi
“Come detto prima, con quei selfie, Salvini comunica alla pancia degli italiani, incarnando la figura del politico ‘genuino’ che non è diverso dai suoi elettori. Comunica il suo essere, nonostante tutto, una persona normale.

La sua dialettica, non a caso, è sempre diretta e semplice così come sono ‘semplici’ e legate alle esigenze del quotidiano, le sue preoccupazioni: la casa, il lavoro, l’immigrazione, la sicurezza. Oltretutto, nei selfie a tavola, che cosa mangia? La pasta, la nutella, gli arancini… insomma tutti prodotti della nostra cultura utili nel rafforzare il legame fra la sua e la nostra italianità. La tavola, infine, è anche un momento di condivisione e convivialità che rimanda al concetto di famiglia, altro tema tanto caro agli italiani”.

 La “vittima” e i “baci”
“Salvini utilizza anche la tecnica della ‘vittima’ e quella dei ‘sorrisi e dei baci’. Nel primo caso, essendo attaccato da tutti, non solo compatta i fan in sua difesa ma, nello stesso tempo, innesca il ragionamento che se tutti gli danno contro, evidentemente è perché lo temono. Mentre, nel secondo caso, rispondendo con dei sorrisi e dei baci a chi lo critica, il vicepremier comunica  la sua superiorità agli occhi degli italiani”.

Il Meme
Salvini & Co., inoltre, utilizzano i Meme, ovvero dei contenuti animati della durata di pochi secondi che contengono degli slogan o delle frasi che rafforzano il convincimento o le credenze di un certo elettorato.

Le notizie partono dai social
“Stiamo assistendo a un cambiamento epocale innescato da Obama. L’ex presidente americano, prima di chiunque altro, aveva compreso che le questioni politiche andavano discusse anche nelle piazze virtuali perché era lì che si era spostato il paese. Oltretutto, quando una discussione arriva a occupare le pagine dei giornali o dei telegiornali, nelle ore precedenti è stata innescata proprio dalle piattaforme social. Un innesco che però ha un prezzo visto che la Lega Nord per la campagna elettorale social ha speso 128.782 euro. Solo negli ultimi 7 giorni di questa campagna l’investimento è stato di 41.057 euro, con una media di 1.000-5.000 euro per post”.

Un lingua dimenticata
“Quindi chi pensa di interagire sui social utilizzando meccanismi di marketing superati come i banner, le grafiche o i video ‘ingessati’ in giacca e cravatta, è destinato a soccombere. E’ come se parlassero una lingua dimenticata che non ha più appeal.

 

 

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