2night, diretto da Ivan Silvestrini, racconta la storia di due sconosciuti, interpretati da Matilde Gioli e Matteo Martari. I due s’incontrano in un locale romano, decidono di passare la notte insieme, ma la ricerca del parcheggio al Pigneto di venerdì sera costringerà i due a trascorrere l’intera serata in auto. Un modo per conoscersi e per condividere un’intimità maggiore.
2night è stato presentato a Roma qualche settimana fa dal regista e dai due protagonisti. Anche se il film era stato già proiettato alla Festa del Cinema di Roma ed è ispirato a un film israeliano:
“Quando ho letto la sceneggiatura, la produttrice aveva acquistato i diritti del film israeliano 2 Nigh perché era un film pieno di cuore, spunti di riflessione interessanti e cose divertenti. Ma soprattutto, parlo di messa in scena, era un film che messo in mano a un regista sadomasochista per via del tipo di situazione e il fatto che fossero due personaggi e non 500mila attori. Tutto questo casca tutto sulle mie spalle, ma è stato un piacere affrontare questa sfida, per me è stata un’occasione per essere il più sperimentale possibile l’approccio di questa storia”, ha spiegato il regista.
2night è quasi interamente girato dentro una macchina, alla guida c’è Matteo Martari e accanto a lui siede Matilde Gioli, dietro c’era onnipresente il regista Ivan Silvestrini:
“Non era facile perché tutto ruota intorno a una macchina. E nonostante io faccia ultimamente solo film con delle macchine, però cercare di trasformare una macchina in un ambiente sempre interessante non è immediato. Avevamo pensato a tutte le inquadrature possibili e il primo giorno di riprese si è rotto il camera car. Ho dovuto adattare tutto e Matteo ha dovuto guidare con telecamere, luci puntate in faccia e Matilde, che aveva il finestrino aperto e tutti i ragazzi in motorino non facevano mai a meno di fare un commento che finivano nel ciak”.
I due attori, unici protagonisti del film, sono stati scelti perché “i due attori più fighi a livello profondo che potevo avere a disposizione in questo momento. Appena ho visto Matilde Gioli nel Capitale Umano mi sono detto che l’avrei voluta come protagonista, questo film non arrivava e così è andata. Matteo, ci avevo già lavorato, è il volto di oggi del cinema”, ha spiegato il regista.
2night è passato in anteprima alla Festa del Cinema, in Alice nella Città. Matilde Gioli ha descritto così il suo personaggio:
Matteo Martari interpreta il personaggio maschile: “Più che aggiungere, io al personaggio ho tolto. Ci sono state le difficoltà di girare in auto di notte, ma in realtà lo spazio visivo era pari a un iPhone. Questa è stata la difficoltà tecnica maggiore. Lavorare 14 notti di fila, non lo è stata. Superate le prime dieci…”
“Non sono molto simile a lui, Ivan mi ha aiutato in un percorso molto chiaro. Lui è fragile di fronte alla potenza, all’irruenza di questa donna e ne è estremamente colpito. Non sa come gestire questa cosa, gli arriva questa bomba e lui fa del suo meglio, spesso non ci riesce, ma ci prova”.
Matilde Gioli, recentemente vista in The Start Up, non giudica però il suo personaggio:
2night è una scommessa, Ivan Silvestrin ha citato Locke: “L’ho amato, è uno dei primi che ti viene in mente quando ti approcci ad affrontare un film del genere. Locke è ancora più estremo perché è una sorta di monologo con pochissimi fuori campi ed è concentrato su un personaggio. Qui avevo la possibilità di spaziare un po’ di più, in Locke la sua fissità, è iper realistica. Qui ho usato gli spazi dell’automobile in tutti i modi che la storia mi permetteva. La macchina, che all’inizio è un elemento costrittivo, diventa per loro una casa”.
Il film inglese è stato comunque una fonte d’ispirazione per il regista italiano, ma anche Roma ha giocato un ruolo importante: “In Locke ci si concentra molto sul personaggio, è ancora più minimale dal punto di vista visivo. In 2night la possibilità di girare nella mia città mi ha permesso di usare alcune zone e usare le architetture di una certa Roma notturna come una fase astratta della relazione che che stavano attraversando i personaggi. Da zone con certe geometrie allo spostarsi con il Pigneto notturno va di pari passo con il loro rapporto”.
La coppia protagonista di 2night è alla disperata ricerca di un parcheggio al Pigneto, ma il regista non ha pensato di girarla altrove, anche usando altre zone di Roma:
“Per tutto il tempo io ero nella stessa macchina, io guardavo in un monitor che lui non guardava la strada. Per un romano ci sono due inquadrature che potano a chiederti: che strada sta facendo. Volevo realizzare una dichiarazione d’amore alla mia città, ad alcune zone, e mi sono concesso alcune licenze poetiche e geografiche. Volevo mostrare alcuni scorci per far vedere al pubblico certe notti che si possono vivere in questa città… ed è per questo che hanno girato un po’ intorno”.
Matteo Martari, invece, doveva guardare la strada e anche la co-protagonista Matilde Gioli: “Se qualcuno deve scegliere, guardavo lei, ma in genere si guarda la strada”.
“È un pilota da corsa, non lo dice ma lo è”, spiega il regista. 2night è adattato da un film israeliano e la sceneggiatura è firmata da Antonio Manca, Antonella Lattanzi e Marco Danieli, gli stessi creatori di La ragazza nel mondo.
“Anch’io ho seguito lo sviluppo della sceneggiatura, sono stati compagni d corso al Centro Sperimentale. Ho fatto da aiuto regista a Marco Danieli nel suo saggio finale al Centro, quindi ci conosciamo bene. Lavorare con loro è stato un piacere, erano spesso con noi durante le letture con gli attori. Ho sentito la storia sin da subito, l’ho scolpita sul mio gusto e ho rispettato il film israeliano e la sceneggiatura”.
2night è costato 140mila euro, “un budget molto indie”, commenta il regista. Matilde Gioli è reduce dal successo della fiction Il padre di mia figlia: “È stata una cosa nuova per me, si sente un po’ la differenza rispetto al cinema. Le signore mi fermano per strada e mi dicono: Elena, cosa hai fatto? Sembra che io l’abbia fatto sul serio, manca poco e arriva lo scappellotto. Il contatto è diverso. Sono felicissima di averlo fatto, non rimpiango nulla, ho sempre incontrato registi e attori generosi, mi hanno sempre aiutato tanto. Ivan si è dedicato a me con una delicatezza e professionalità. È una persona molto ricca a livello professionale e umano. Adesso vorrei fare un personaggio completamente diverso da me, per me è un’occasione. Voglio vedere che riesco a fare”.
Matteo Martari, invece, ha un piccolo ruolo nel film appena presentato a Cannes 70 dedicato a Jean-Luc Godard, Le Redoutable: “Sono un attore italiano, c’è un film di Ferreri, Il seme della vita, Godard s’incontra con Ferreri sul set e viene ripresa una parte del film”.
Alla produzione di 2night ha partecipato anche il Kino, la sala cinematografica del Pigneto. Nessuno dei due protagonisti è romano e il film non si sarebbe potuto girare in un’altra città: “A Verona non si sarebbe potuto fare, in quart’ora avremmo risolto, più sei minuti per la pratica, in ventun minuti avremmo finito tutto”.
Anche la milanese doc Matilde Gioli pensa che il film si sarebbe potuto girare solo nella Capitale:
2night è un film sull’amore, ma qual è l’idea di romanticismo e galanteria per regista e protagonisti.
“Questo film per me è altamente romantico, seppure non si tratta di un corteggiamento cortese. Anche nelle avventure che sono destinate a durare poco esiste una poetica propria in queste notti, esiste una bellezza spesso bistrattata, viene considerata una cosa da poco, una promiscuità che non si sviluppa. Penso che ci sia una bellezza in queste cose, spesso destinata a rimanere nelle nostre cose, era bello raccontarlo per una volta, senza pensare che questi due personaggi vivano una canonica vita insieme. Lo sviluppo romantico e poetico, anche nell’avvicinarsi, c’è un bisogno inespresso dentro di noi, i due personaggi hanno dato vita a questo”.
Matteo Martari svela di essere romantico: “A me personalmente piace, solo che siamo in un momento difficile per il romanticismo, se io dovessi scrivere qualcosa di molto romantico e mi viene risposto, mi hai cariato un dente. Credo che le cose si complichino, è difficile essere romantici adesso. Esiste un romanticismo 2.0. Io mi sono spiazzato, io sono da rose, da lettere”.
“Dannati hipster”, scherza il regista. “Lui è un misto fra l’incapacità di reggere la situazione, una forte timidezza e un romanticismo di base”. Anche Matilde Gioli è d’accordo con il regista: “Lui ha dei momenti di galanteria, ma oggi da donna del 2017, io m’incazzo perché non esiste più. Banalmente entrare in una porta, è una cosa che noto tantissimo. Si è persa proprio, ci rimango proprio male, personalmente percepisco che non esiste più. Ma pure se ti cade un oggetto per terra, esiste un’aridità da questo punto di vista”.
Matilde Gioli è tornata a parlare del suo recente personaggio televisivo paragonandolo con quello di 2night: “Questa ragazza è di Milano, si è spostata dalla sua città qui a Roma, il voler essere indipendenti è in comune. Questo personaggio appartiene al contesto attuale, ci sono delle differenze. Vorrei fare una persona timida che sta zitta, meno impulsiva. Mi piacerebbe vivere un film ambientato nel passato. Finché sono una ragazza di oggi emancipata, è bellissimo farlo”.
Ivan Silvestrini arriva dalle web serie, 2night è il suo secondo film dopo Monolith: “I produttori mi hanno conosciuto sul Web, io avevo una certa dimestichezza sul film tradizionale. Per me il web è stata una palestra, lì non puoi annoiare lo spettatore. In 2night ho usato questi insegnamenti, per me era uno spauracchio da combattere in tutti i modi possibili, bisogna comunque puntare sugli attori e sui personaggi. In questo caso li ho trovati e poi fare affidamento su di loro, fino allo sfinimento”.
“Monolith è stato un film prodotto negli USA”, diventerà un fumetto “è stato diviso in due parti. Ad agosto uscirà anche il film, è un thriller psicologico ambientato nel deserto”.
2night, distribuito da Bolero Film, lo trovate in queste sale: Barberini, Intrastevere, Lux, Odeon, The Space Parco de’ Medici, Uci Fiumicino e Cineland.