Dopo la serata ricca di star, alla Festa del Cinema di Roma il cinema torna protagonista. Tre anteprime presentate oggi all’Auditorium: la black comedy Morto tra una settimana (o ti ridiamo i soldi), il drammatico Monsters and Men e il lungo documentario dedicato a Corleone: Corleone, il potere e il sangue e Corleone, la caduta.
La divertente commedia Morto tra una settimana (o ti ridiamo i soldi) segue William (interpretato dall’attore gallese Aneurin Barnard), uno scrittore che ha deciso di togliersi la vita. All’ennesimo tentativo fallito, William ingaggia un killer, l’attempato Leslie per aiutarlo nell’impresa. A presentare la commedia inglese alla Festa del Cinema di Roma c’erano i due protagonisti Aneurin Barnard, Freya Mavor e il regista e sceneggiatore Tom Edmunds.
“La figura del killer – racconta Edmunds – può essere esagerata nei film, ne pensiamo in vita, ma li esageriamo in film. L’idea del film è arrivata prima di inserirlo nel genere dei sicari, ho pensato all’incontro fra l’ispirante suicida e il sicario”.
Si ride, ma si riflette nella commedia di Edmunds che ha curato sia la sceneggiatura e la regia, un approccio più semplice per i due attori protagonisti:
“Penso sia più interessante lavorare con qualcuno che ha una visione a 360° del progetto, parlare con qualcuno che ha curato anche la scrittura, è come prendere parte a un viaggio ed entrare nel suo universo, non so se è più facile, ma è più piacevole”, ha spiegato la protagonista Freya Mavor. La commedia britannica sarà al cinema dal prossimo 22 novembre distribuita da Eagle Pictures.
Presentato nella selezione ufficiale anche Monsters and Men del regista Reinaldo Marcus Green: il racconto di tre vite intrecciate nel quartiere di Bed-Stuy a Brooklyn, quella di Manny un ragazzo messicano in cerca di redenzione e che assiste all’omicidio di un amico da parte della polizia; il poliziotto Dennis e un giovane atleta Zyric che cerca la rivalsa con il baseball.
Il tema della brutalità della polizia nei confronti dei giovani afro-americani è stato affrontato in altri film in programma alla Festa del Cinema di Roma, ma il regista Reinaldo Marcus Green non voleva attaccare la polizia:
“Il mio film non è un attacco alla polizia, ho ammirazione per molti di loro ma disprezzo alcune pratiche di questa istituzione. Bisogna attirare l’attenzione e far discutere su questo tema per sperare di avere un po’ di luce alla fine del tunnel”.
Non è un caso che il protagonista del cortometraggio che ha ispirato il film è un poliziotto e uno dei protagonisti del suo bellissimo Monsters and Men è un poliziotto di colore, vittima anche lui dei bias negativi e razzisti. La violenza da parte della polizia non né migliorata, né peggiorata con l’arrivo alla Casa Bianca di Trump, per il regista le azioni degli agenti sono oggi più sotto l’occhio del ciclone:
“Non credo che un singolo Presidente sia responsabile, ma so che oggi, più di prima, la polizia deve rispondere di quello che fa, c’è molta più attenzione a questi temi, si è sbloccata una discussione. Dobbiamo continuare a parlarne, sia i cineasti che gli artisti che i giovani. Spero che la polizia veda il film e vorrei discuterne con loro”.
Monsters and Men sarà distribuito da Videa nel 2019. Presentato anche oggi il documentario fiume Corleone, il potere e il sangue e Corleone, la caduta e Corleone, la caduta diretto da Mosco Levi Boucault. Il regista franco-bulgaro senza volto per paura perché teme per la sua vita, ha lasciato presentare il documentario ai produttori Donatella Palermo e Serge Lalou.
Per Donatella Palermo che produsse Tano Da Morire, il lungo documentario su Corleone e Totò Riina è necessario e si è lasciata convincere da Levi Boucault perché da siciliana non aveva mai visto raccontare la sua terra così.
Dopo aver raccontato le Brigate Rosse, Berlusconi, gli ex membri del Partito Comunista Francese e i commissariati francesi, Mosco Levi Boucault dà voce in Corleone a Giuseppe Ayala, l’ex magistrato del pool antimafia ha sottolineato che la “mafia non va considerata morta”.











Levi Boucault dà voce anche a una serie di pentiti come Giovanni Brusca, Tommaso Buscetta e altri collaboratori di giustizia.