Gli incidenti che hanno coinvolto moto e motorini a Roma sono diminuiti tra il 2016 e il 2017. Infatti, lo scorso anno (2017) gli scontri in cui sono stati coinvolti i centauri romani sono stati 5.185 a fronte dei 5.402 del 2016 con 9 morti e 187 feriti in meno. Dati ancor più rilevanti se si considera che, nel lungo periodo e cioè dal 2010 gli incidenti che hanno coinvolto le due ruote a motore sono diminuiti del 38%, i morti del 40% e I feriti del 38%. Di fatto, però, nella Capitale continuano a esserci più di 5mila sinistri l’anno e cioè 14 al giorno.
Secondo i dati emersi dallo studio della fondazione Filippo Caracciolo di Aci che ha intervistato oltre 800 conducenti, la causa primaria degli scontri è la presenza delle buche (lo crede iI 98% degli intervistati), seguita dai tombini in cattivo stato (81% delle risposte) e dai comportamenti indisciplinati degli automobilisti (64%).
Lo studio evidenzia pure i vizi dei rider romani: il 50% dei 393.144 veicoli a due ruote circolanti a Roma non è in regola con la revisione (secondo il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture) e il 24 % dei motociclisti dichiara di usare lo smartphone mentre guida. Quattro su dieci ammettono di superare i limiti di velocità, oltrepassare la linea continua e passare con semaforo giallo, ma più del 60% dichiara di zigzagare nel traffico. Tali comportamenti non trovano sempre adeguato contrasto nelle sanzioni: gli intervistati dalla Fondazione Caracciolo confermano di aver ricevuto verbali per le infrazioni commesse, ma più per divieto di sosta (44% delle risposte) e violazione delle corsie riservate ai mezzi pubblici (35%) .
Solo il 19% delle multe confessate puniscono l’eccesso di velocità e appena il 9% il mancato rispetto del semaforo. Lo studio rileva anche la scarsa consapevolezza degli utenti: il casco jet aperto è preferito da 67 utenti su 100, ma solo il 28% degli intervistati dichiara di sostituirlo in caso di incidente. In merito all’equipaggiamento, i guanti sono utilizzati da 1 su 4, la giacca tecnica da 1 su 10 e i pantaloni con protezioni da 1 su 100. Il fabbisogno di formazione è sottolineato in primis dagli stessi motociclisti: il 76% ritiene necessario introdurre prove pratiche in circuito per il conseguimento della patente e il 90% chiede più test su strada.