Ambiente, a Roma nuovo blitz degli attivisti al Mite

Dieci attivisti fermati, chiedono incontro con governo. Cingolani, raid brutta parentesi, effetto clima menzogna

Una decina di attivisti di Extinction Rebellion stamani si sono nuovamente introdotti dentro la sede del Ministero della Transizione ecologica e hanno imbrattato l’ingresso laterale di via Capitan Bavastro e alcuni locali all’interno, fino al quinto piano. I giovani si sono poi fermati all’ingresso e sono stati portati via di peso da polizia e carabinieri. Una decina sono stati messi in stato di fermo.

Gia’ ieri mattina gli attivisti erano entrati nel Ministero e avevano imbrattato l’ingresso principale e locali interni. I giovani chiedono un incontro coi ministri del governo Draghi sulla crisi climatica e annunciano che continueranno con le loro azioni finche’ non lo avranno.

“Di fronte al disastro che sta combinando l’umanita’ sul clima, cosa volete che siano due macchie di vernice?”. Cosi’ ha dichiarato ai giornalisti presenti una delle attiviste di Extinction Rebellion fermate. Un altro attivista, dall’accento del Nordest, ha detto “siamo disperati. Non ci fa piacere imbrattare. Abbiamo mandato tante mail, abbiamo chiesto un incontro col ministro. Gli abbiamo chiesto di guardarci negli occhi e dirci qual e’ la direzione dove stiamo andando, perche’ la scienza e’ d’accordo che stiamo andando verso il collasso. Stiamo distruggendo gli ecosistemi che ci sostengono e facciamo solo interessi economici”.

“Una brutta parentesi perché questa è un’istituzione dello Stato. Sono atteggiamenti violenti: spinte persone, imbrattate pareti, danni all’edificio… bisogna tornare alla serenità, questo è l’effetto di un clima che vede troppa menzogna, cattiverie, leoni da tastiera che si esibiscono”. Così il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani sull’azione di questa mattina. ”A me spiace che la transizione ecologica venga vista come un argomento divisivo – aggiunge Cingolani – Siamo tutti d’accordo che bisogna fare cose per il clima, nel rispetto del mondo del lavoro, della società, delle persone più deboli. È un’operazione complicata, se fosse stata più semplice l’avremmo già fatta. Ci vuole un po’ di pazienza da parte di tutti”. ”Mi farebbe piacere – sottolinea il ministro – che tutti prendessero le distanze da questi eventi perché questo non ha niente a che fare con l’ambientalismo. E vorrei essere sicuro che almeno su questo fossimo tutti d’accordo”.

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