Siamo lontani dai primi anni 2000, dove un’sms non era economico e per evitare di spendere troppo si inventavano abbreviazioni e neologismi che sì, facevano risparmiare ma che deturpavano la lingua italiana. Oggi gli SMS sono inclusi solitamente all’interno del piano tariffario offerto dai vari gestori di telefonia, nella maggior parte dei casi senza costi aggiuntivi. La loro funzionalità è stata soppiantata dalla messaggistica istantanea introdotta dalla nascita degli smartphone, che attraverso app come Whatsapp o Telegram consentono di parlare più fluidamente con l’interlocutore rispetto all’SMS. Ma nonostante siano anziani e un po’ acciaccati, nel 2021 gli SMS ancora sono vivi e fanno tutt’oggi discutere, come testimonia la recente decisione da parte di Atac di introdurre il biglietto acquistabile proprio tramite un messaggio del proprio cellulare. Dal 5 luglio, infatti, la municipalizzata romana consentirà all’utenza di acquistare il proprio biglietto tramite sms. Uniche problematiche: costerà 20 centesimi in più e sarà valido per una sola corsa. La notizia, come prevedibile, ha fatto discutere. Il blogger Mercurio, per esempio, ricorda come gli sms per acquistare i biglietti siano a suo avviso una soluzione antiquata, come sarebbe dimostrato dal caso di Treviso, dove questo sistema è stato introdotto nel settembre del 2013 e per giunta senza sovrapprezzo. Ma i benefici dell’iniziativa, seppur dal sapore retrò, non mancano. Rispetto a whatsapp, l’sms può essere uno strumento più intuitivo per un pubblico anziano, che non dipende da possibili problemi di connessioni o da wifi pubblici che intralciano la rete del proprio smartphone. Un dubbio investe invece il tema della copertura del servizio: se, come pare, il pagamento del biglietto tramite sms sarà riservato ai clienti di Tim, Vodafone e WindTre, che ne sarà di coloro che hanno operatori come Iliad, Ho o Poste Mobile?
Un’altra importante novità ci sarà, a partire da fine anno, con uno strumento tecnologico e al passo con i tempi. Sui circa 2500 autobus di Roma verrà infatti montato un pos abilitato al pagamento contactless del biglietto: basterà appoggiare la propria carta di credito o di debito per avere un biglietto per il trasporto pubblico capitolino.
Misure, alcune un po’ retrò, altre più innovative, tutte finalizzate comunque ad offrire all’utenza più strumenti a disposizione e a dare meno alibi possibili a furbetti e ‘portoghesi’.