Il ministero posticipa al 31 ottobre la scadenza sulle delibere che incidono sui bilanci degli enti locali
È decaduto il termine della mezzanotte di ieri per l’approvazione delle delibere che incidono sul bilancio degli enti locali. “Una nota del ministero di poche ore fa posticipa la scadenza dal 30 settembre al 31 ottobre”, ha spiegato ieri il presidente dell’Assemblea capitolina Marcello De Vito, riaprendo la seduta dopo una sospensione in cui si sono riuniti i capigruppo.
A questo punto il voto sulla delibera in discussione, che riguarda la determinazione della tariffa per i rifiuti viene posticipato alla prossima seduta che sarà calendarizzata oggi sempre in sede di conferenza dei capigruppo. Un emendamento approvato ieri in chiusura della seduta riguarda la ripartizione dei costi fissi, il 47,64 per cento per le utenze domestiche (152,168 milioni) e il 52,36 per cento alle utenze non domestiche (167,2 milioni, e non come in modo errato previsto precedentemente il 41,84 per cento per 133,6 milioni), e dei costi variabili, al 41,84 per cento per le domestiche (197,3 milioni e non 246,9) e al 58,16 per cento per le Und (274,3 milioni). Ora l’Assemblea capitolina procederà al voto sulla delibera nella prossima settimana.
La delibera in discussione “tiene conto del Piano finanziario appena approvato, che alla luce della determinazione Arera determina il costo del servizio a 819 milioni 562 mila euro – ha spiegato l’assessore al bilancio Gianni Lemmetti -. Si evidenzia che ai fini del calcolo delle tariffe, dal totale dei costi devono essere sottratti il contributo Miur per un milione e 508 mila euro, le entrate conseguite per il recupero dell’evasione 2018 per 16 milioni e 288 mila euro e le entrate da sanzioni per Ama determinate dal dipartimento Ambiente per 10 milioni e 756 mila euro per gli anni 2017 e 2018. Il totale delle riduzioni è dunque di 28 milioni e 553 mila euro e il totale dei costi da coprire di 791 milioni e 8 mila euro. La parte fissa della tariffa è fissata a 319 milioni, a 471 milioni la parte variabile”. Ai fini del calcolo per la parte variabile della tariffa delle utenze non domestiche per l’anno 2020 “Arera prevede criteri di riduzione in seguito al lockdown connessi alla durata del periodo di chiusura – ha proseguito Lemmetti -. Per effetto di tali riduzioni, pari a 35 milioni e 96 mila euro, il prelievo definitivo del 2020 a carico dell’utenza è di 755 milioni e 912 mila, mentre quello del 2018 era 786 milioni e 763 mila euro. L’importo a carico dell’utenza – ha precisato l’assessore al bilancio – è più basso rispetto all’annualità precedente. L’importo del servizio viene ripartito tra utenze domestiche e non domestiche rispetto alla parte variabile, viene stabilito in base alla numerosità dei soggetti e all’impatto sulla produzione dei rifiuti. Per le utenze non domestiche sono state riconosciute, per le attività sospese e poi riaperte al 5 maggio, riduzioni per la parte variabile per un milione e 616 mila euro. Per le utenze con le attività ancora sospese alla data del 5 maggio 2020 è stata riconosciuta una riduzione del 25 per cento della parte variabile per 6 milioni e 527 mila euro. Per le utenze non riconducibili alle precedenti scadenze, ma che potrebbero risultare sospese a seguito di un codice Ateco compatibile, è stata prevista una riduzione della parte variabile per 26 milioni”.
I contribuenti interessati possono presentare istanza per le riduzioni entro e non oltre il 31 ottobre. Per le utenze domestiche disagiate “è stata prevista una riduzione del 20 per cento della parte variabile, se non godono dell’esenzione totale, per una somma totale pari a 2 milioni e 350 mila euro”, ha spiegato ancora Lemmetti. Anche in questo caso c’è tempo fino al 31 ottobre per presentare istanza. “Il fatto di aver gestito i tre anni secondo le indicazioni dell’amministrazione, consente – ha sottolineato l’assessore al bilancio – di introdurre nella delibera delle tariffe, considerando che l’importo dell’indebitamento di Roma Capitale è diminuito, ferme restando le scadenze indicate negli avvisi bonari, una misura a favore di tutte le utenze: sia per 1.200.000 famiglie, sia per le 130.000 aziende che abbiano ricevuto detrimento con il Covid. Si prevede infatti il pagamento degli avvisi bonari entro 15 dicembre 2021 senza pagamento di sanzione o di interessi, a fronte di un’istanza da presentare entro il 31 ottobre 2020. Teniamo ferme le scadenze – ha concluso Lemmetti – ma ai fini degli avvisi bonari, non saranno indicate sanzioni e interessi per chi pagherà entro il 15 dicembre 2021. Il bilancio ha ottenuto la salvaguardia, è stato ridotto l’indebitamento nei tre anni, questo ci consente di sostenere dal lato della cassa, tutti i costi del servizio. Non abbiamo difficoltà a pagare i conti con la cassa, perché è sufficiente”.