“Ben oltre mille detenuti e solo 329 agenti di Polizia penitenziaria operativi a fronte di un fabbisogno, stimato dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP), di 709 unità. Questo il desolante quadro che si è presentato alla vista della delegazione della UILPA Polizia Penitenziaria che stamattina ho personalmente condotto in visita al carcere romano di Regina Coeli e composta anche dalla Segretaria del Lazio, Simona Tuzi, dal componente di Segreteria regionale, Francesco di Virgilio, e da altri dirigenti”. Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.
“Presso la terza sezione del carcere della Capitale, nota alle cronache anche per essere stata quella dalla quale vennero prelevati molti dei trucidati nell’eccidio delle Fosse Ardeatine e per aver ospitato Sandro Pertini e Antonio Gramsci, spesso presta servizio un solo agente per tre piani. Ma è così anche per molti altri reparti detentivi dove un solo operatore deve sorvegliare, evidentemente come può, più piani e diverse centinaia di detenuti. Tutto ciò senza il supporto di strumentazioni e tecnologie sufficienti che, anzi, sono spesso inadeguate o del tutto non funzionanti. La penuria di appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria, peraltro, investe anche altri settori nevralgici della struttura, quali ad esempio il reparto colloqui e gli uffici matricola e comando. Si aggiunga che da tempo al penitenziario romano manca il Comandante del Reparto titolare e pure nell’ambito della direzione si avvicendano frequentemente le figure di vertice ed è, o dovrebbe esserlo, chiaro a chiunque che non si possa conseguire né una programmazione di sufficiente respiro né l’efficacia dell’azione amministrativa che il contesto richiederebbe”, spiega il Segretario della UILPA Polizia Penitenziaria.
“Più che con ipotesi di vendita e ricostruzione dell’edificio, storicamente ricorrenti quanto fantasiose, preferiremmo confrontarci su un concreto progetto riorganizzativo che tenesse conto anche delle condizioni strutturali e architettoniche, di certo bisognevoli di rifacimento, così com’è indispensabile e urgente potenziare gli organici della Polizia penitenziaria al di là delle rappresentazioni fin troppo ottimistiche offerte dal Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e dai sottosegretari delegati, Andrea Delmastro delle Vedove e Andrea Ostellari. Se è vero, difatti, che a fronte di 18mila operatori mancanti sono previste alcune centinaia d’immissioni in servizio per i prossimi mesi, è altrettanto vero che molti di più saranno gli operatori congedati. Un dato su tutti: solo negli ultimi nove mesi l’organico del Corpo di polizia penitenziaria si è ridotto di 420 unità e il trend è in costante decremento. Invitiamo ancora una volta, pertanto, il Guardasigilli e il Governo tutto ad adottare concrete iniziative di carattere emergenziale che mirino da un lato a immediate assunzioni straordinarie e dall’altro a riforme complessive che possano dare efficacia all’esecuzione penale e, in particolare, a quella inframuraria nell’alveo dell’art. 27, ma anche 36, della carta costituzionale”, conclude De Fazio.