Mentre per via dei rincari dei costi dell’energia diminuiscono le donazioni di cibo
Il carovita sta avendo un doppio effetto devastante sulle disuguaglianze a Roma e nel Lazio. Se da un lato si sta ampliando notevolmente la fascia di persone bisognose che si rivolgono agli enti del terzo settore e alle associazioni per avere un aiuto alimentare – soltanto in estate la crescita rilevata è del 30 per cento – dall’altro lato i rincari dei costi dell’energia stanno causando una contrazione delle donazioni di cibo e una diminuzione delle eccedenze. È l’allarme lanciato dal presidente del Banco alimentare del Lazio, Giuliano Visconti, intervistato dall’agenzia Nova.
“Durante l’onda lunga dei mesi estivi fino a settembre, c’è stata una forte richiesta, alle associazioni convenzionate con noi, di sostegno economico per il caro bollette. A questo si è aggiunto nell’ultimo mese e mezzo un incremento della domanda di aiuto a causa del costo della vita. L’aumento registrato è di circa il 20-30 per cento”, spiega Visconti.
Attualmente il Banco alimentare del Lazio ha “450 associazioni convenzionate su tutto il territorio regionale, che raggiungono circa 108 mila persone in stato di povertà. Riceviamo richieste di affiliazione durante tutto l’anno, tra le due e le tre a settimana, ma non riusciamo a rispondere a tutte – chiarisce il presidente -. Teniamo aperte due finestre all’anno per le domande di affiliazione”.
E i ritardi nell’approvazione dell’affiliazione se in parte sono determinati da questioni organizzative, in parte dipendo da una contrazione delle offerte e delle donazioni. “Negli ultimi mesi c’è stata una contrazione dell’offerta di cibo – chiarisce Visconti -. Se prima l’industria alimentare produceva a 12 mesi, ora lo fa con una prospettiva di massimo sei mesi. Proprio per ottimizzare la produzione ed evitare l’onda lunga del caro bolletta, le imprese loro cercano di ridurre la produzione. Questo si traduce in una minore eccedenza alimentare. Dall’inizio dell’estate abbiamo registrato una contrazione nelle donazioni di cibo, dovuta al caro bollette che ha determinato nell’industria alimentare una produzione a tempi ridotti, con aumento della quantità nel breve periodo, a fronte di una minore eccedenza. L’industria è stata più virtuosa nella produzione, con meno eccedenza alimentare, ma questo si traduce in meno donazioni di eccedenza alle associazioni”.
Un aspetto positivo, già rilevato nel periodo della pandemia, tuttavia c’è: sta aumentando il numero delle persone che mettono a disposizione il loro tempo in forma volontaria per aiutare coloro che si trovano in condizione di svantaggio economico e sociale. Soltanto il Banco alimentare del Lazio ha registrato un incremento di circa cento unità tra gennaio e novembre. “Il volontariato in Italia si risveglia in momenti di crisi, questo è il bello del nostro Paese. Presso le nostre strutture di Roma e Aprilia, i due grandi magazzini del Lazio – racconta Visconti – abbiamo ricevuto numerose richieste di adesione al programma di volontariato. Ci sono diverse persone che hanno messo a disposizione il proprio tempo, e questo dimostra la vitalità del mondo del volontariato. Abbiamo dati altalenanti, perché ci sono persone che sono a disposizione una volta a settimana, o chi in più giorni. Noi abbiamo circa 40 persone coinvolte nel magazzino di Roma e una ventina ad Aprilia. Da gennaio a novembre abbiamo avuto incremento di un centinaio di unità”, conclude Visconti.