Le indagini si moltiplicano con l’aumentare delle segnalazioni, giorno dopo giorno, nell’inchiesta che vede indagata per malversazione Marie Therese Mukamitsindo, suocera di Aboubakar Soumahoro, il deputato paladino dei braccianti, travolto ora da un caso politico. Sul fronte giudiziario, che riguarda le presunte irregolarità nella gestione di due cooperative pro-migranti della provincia di Latina e nel quale il parlamentare non risulta comunque coinvolto, la Procura di Latina ha diramato in queste ore una nota in cui spiega che i temi investigativi sono diversi e complessi e concernono “l’impiego dei fondi erogati, i rapporti con l’erario, i rapporti con i dipendenti, i soggetti coinvolti. Gli accertamenti provengono da notizie e comunicazioni pervenute da una pluralità di fonti, di natura pubblica e privata, e si articolano attraverso il dovuto rigoroso vaglio ed approfondimento di ogni notizia e comunicazione”.
Il tam tam mediatico di questi giorni infatti ha portato allo scoperto numerose testimonianze ed episodi, anche in altre città. Sotto la lente della guardia di finanza non ci sarebbero però soltanto i presunti mancati pagamenti ai dipendenti e contratti non regolari, ma anche l’effettiva destinazione di quei fondi pubblici ricevuti dalle cooperative, che almeno dal 2020 avrebbero incassato cifre a sei zeri dagli enti statali, mediante bandi o erogazioni. Aldilà delle indagini pontine, fioccano i dubbi sulla figura del deputato di origini ivoriane. Pesanti accuse arrivano anche dal suo ex socio e dal mondo dei sindacalisti di Foggia. “Con i soldi delle donazioni alla nostra vecchia associazione, Aboubakar pagava i braccianti che posavano per i selfie che poi lui postava. Gli dava 50 euro dicendogli di non andare a lavorare, ma di aspettare lui per fare le foto. E per organizzare la protesta di Torretta Antonacci aveva reclutato alcuni migranti di Borgo Mezzanone”, dice a Striscia la Notizia l’ex socio di Soumahoro nella Lega Braccianti, associazione che tutelava i lavoratori nei campi. E poi ci sono i sindacalisti. “E’ almeno dal 2020 che il gruppo di Aboubakar Soumahoro ha monopolizzato come sindacato il ghetto foggiano di Rignano. Ancora oggi che quelle stesse persone hanno preso lo distanze dalle iniziative di Aboubakar per dissidi legati a un crowfounding, nel ghetto resta una situazione di monopolio e gli altri sindacalisti continuano a non essere i benvenuti”, sostiene il responsabile Flai Cgil, Daniele Iacovelli, che due anni fa ha denunciato alcune di quelle persone per un’aggressione che avrebbe subito assieme ad altri suoi colleghi nel ghetto.
“Tra quelle persone – precisa Iacovelli – Aboubakar non c’era, ma è certo che si trattasse del gruppo di cui lui all’epoca era leader E che lo accompagnava alle manifestazioni di Usb e Lega Braccianti. Ma anche il suo ex sindacato fa delle precisazioni: “i lavoratori che inizialmente fuoriuscirono dall’Usb nel 2020 per aderire alla Lega Braccianti di Soumahoro “tornarono” nell’Unione sindacale di base perché “scottati da una gestione economica come quella che sta emergendo dalle indagini e dalle denunce degli stessi”, evidenzia la stessa Unione sindacale di base, sottolineando che Soumahoro ha lavorato con l’Usb dal 2007 al 2020 ma nel 2018, dopo “le prime apparizioni sui media, ha mostrato una evidente insofferenza ad una relazione d’organizzazione, piegando le iniziative sindacali alla propria necessità di emergere piuttosto che alla concreta risoluzione dei problemi”.
Il divorzio politico tra il parlamentare e il suo partito si è invece consumato in queste ore, quando Soumahoro si è autosospeso dal gruppo di Alleanza Verdi Sinistra promettendo di chiarire le ombre: “credo fermamente nei valori dell’integrità”, ha detto nella sua ultima intervista televisiva. Parole che però finora non hanno convinto Angelo Bonelli, leader dei Verdi, che insieme a Sinistra Italiana lo aveva candidato alle elezioni politiche. “Le risposte date da Soumahoro non sono sufficienti allo stato attuale, dovrebbe essere lui il primo a dare risposte più compiute, cosa che non ha fatto”, dice Bonelli.